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Sulle iscrizioni i sindacati dichiarano guerra

La dichiarazione di guerra dei sindacati confederali al ministro Moratti è contenuta in un comunicato di due righe composto da una trentina di parole: "Cgil, Cisl Uil scuola, in riferimento alla circolare sulle preiscrizioni, avendo rilevato diversi elementi di illegittimità, hanno deciso di dare mandato ai propri uffici legali di procedere all’istruttoria per l’impugnativa della stessa".
Ma non è questa l’unica novità importante della giornata di giovedì 15 gennaio.
Ci sono anche le dichiarazioni dell’on. Beniamino Brocca, parlamentare della maggioranza di Governo, secondo le quali la bozza di decreto attuativo della riforma all’esame delle commissioni parlamentare sarebbe del tutto illegittimo.
Movimenti di base, comitati più o meno spontanei e associazioni professionali stanno invece affilando le armi per la manifestazione in programma per domani a Roma; lo slogan coniato dai promotori della protesta non lascia dubbi sull’oggetto del contendere: "Tutor + 27 + 3 + 10 non fa tempo pieno".
Le rassicurazioni fornite dal Ministro nella lettera alle famiglie resa pubblica insieme con la circolare sulle iscrizioni non hanno avuto insomma nessun effetto, anzi paradossalmente sembrano aver surriscaldato ancora di più gli animi.
Una conferma indiretta del progressivo deterioramento della situazione viene anche dal comunicato dell’Anp che protesta per il fatto nella circolare sulle iscrizioni "le scuole autonome sono state semplicemente ignorate"; "tra i destinatari della circolare – denuncia l’Anp –  non figurano i dirigenti delle istituzioni scolastiche; e laddove si citano eventuali intese o accordi tra enti od istituzioni, quelle scolastiche non compaiono proprio".
Dal Ministero ovviamente gettano acqua sul fuoco e fanno intendere che tutto questo clamore cesserà nei prossimi giorni, quando si sarà concluso l’iter per l’approvazione del decreto attuativo della riforma. Se tutto filerà liscio, la prossima settimana il decreto sarà esaminato dalle commissioni parlamentari in modo da poter essere approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri il nella seduta già programmata per il 30 gennaio.
Ma 15 giorni sono lunghi e potrebbero esserci altri colpi di scena.

Reginaldo Palermo

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