È un’attitudine tutta tipica dei politici di area democratica, quella di riuscire a farsi male da soli, compiendo azioni che si ritorcono contro se stessi. Non si tratta di azioni improvvise e dettate dagli eventi contingenti, che potrebbero sfuggire al controllo di chi le porta avanti, piuttosto si tratta invece, di azioni ponderate ed analizzate con cura, anche se molto complesse. Chi è che non ricorda, ad esempio, l’harakiri politico di Luigi Berlinguer quando, tra la fine del 1999 e l’inizio del 2000, nelle vesti di ministro dell’Istruzione, propose il concorsaccio, per stabilire la progressione di carriera degli insegnanti? In cosa consisteva il concorsaccio di berlingueriana memoria? Si trattava di introdurre un sistema di premialità per i docenti, fondata sulla valutazione del proprio curriculum vitae e su una discutibile prova selettiva a base di quiz, sul modello delle attuali prove Invalsi. Da questo sistema di valutazione, che fu ribattezzato con il nome dispregiativo di concorsaccio, si sarebbe dovuto selezionare il 20% dei docenti, che avrebbero avuto un aumento stipendiale di circa 6 milioni di vecchie lire. L’idea politica del concorsaccio, volta a selezionare i docenti più meritevoli, con il sistema di valutazione su citato, si tradusse in un vero e proprio boomerang, che portò alle dimissioni dell’allora ministro dell’Istruzione. Sulle orme di Berlinguer, anche il ministro attuale Maria Chiara Carrozza, vuole fare harakiri, almeno di ripensamenti dell’ultimo momento. Infatti, emerge dal DEF, il documento di economia e finanza per il 2014, un quadro preoccupante per la scuola. In questo documento è stato proposto di abolire gli scatti di anzianità e di retribuire il merito attraverso un sistema di valutazione delle prestazioni professionali collegato a una progressione di carriera. In buona sostanza si tratta di un nuovo tentativo di premiare solo una parte minoritaria del corpo docente, eliminando definitivamente la progressione di carriera secondo l’anzianità del servizio. L’esperienza politica del concorsaccio, vissuta da Berlinguer, dovrebbe essere di monito per il ministro Carrozza, che potrebbe fare tesoro degli errori di chi l’ha preceduta. Cosa dovrebbe fare il ministro dell’Istruzione per evitare una mobilitazione generale dei sindacati e la protesta dei docenti? Innanzitutto dovrebbe evitare di intraprendere percorsi legislativi su materie di pertinenza contrattuale, errore commesso anche da Profumo, con l’estemporanea proposta di aumentare l’orario di servizio a 24 ore settimanali peri docenti delle scuole secondarie, a parità di stipendio, e dovrebbe aprire, prima di portare i provvedimenti sulla scuola nella legge di stabilità, il tavolo del rinnovo contrattuale. Al momento la strada del dialogo con i sindacati appare difficile, per il fatto che non esistono risorse economiche aggiuntive per rinnovare il contratto scuola, mentre risulta più diretta la strada legislativa, che però provocherà, inevitabilmente, la mobilitazione dei sindacati. Attendiamo con curiosità di capire se il ministro prenderà la strada del dialogo, oppure sarà costretta, sotto la pressione della protesta e della mobilitazione, a fare harakiri sulle orme di Luigi Berlinguer.
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