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Sulle riforme annunciate da Valditara (voto di condotta, filiera tecnico-professionale, liceo made in Italy) ci sono troppi punti interrogativi

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Per il momento, ad eccezione della secca presa di posizione della Cgil, la decisione del Governo di anticipare già a dicembre l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale sembra essere gradita alle parti sociali (per la verità la Uil non ha ancora reso noto il proprio punto di vista).

E così il ministro Valditara si gode il consenso che gli arriva da una scelta che in pochi si aspettavano e cerca anche di capitalizzare il vantaggio acquisito rilanciando alcune parole d’ore a cui pare molto affezionato.
Prima fra tutte quella sul voto di condotta.
Proprio nelle ultime ore il Ministro, nel corso di un evento svoltosi a Firenze, ha dichiarato: “La scuola deve far capire che chi sbaglia paga, il voto di condotta deve contare, ti sei comportato male? Devi capire che quel comportamento non è tollerato. E non serve a nulla in questo senso la vecchia sospensione, perché se il giovane rimane a casa per dieci giorni è probabile che sta davanti alla play station o per strada. Ci vuole più scuola: dovrà approfondire i motivi per cui si è comportato male. E nei casi più gravi ci vuole consapevolezza di quanto sia importante far parte di una comunità, ecco le attività di cittadinanza solidale”.

E a proposito di valorizzazione, il Ministro ha colto l’occasione per ricordare che al centro della riforma scolastica che ha in mente ci sono anche gli istituti tecnici professionali: “Non c’è un modello unico di intelligenza, c’è quella pratica e quella teorica. E noi dobbiamo valorizzare le diversità non reprimerle. E’ un crimine che i posti di lavoro non vengano ricoperti per mancanza di qualifiche. Da qui la riforma dell’istruzione tecnica professionale, che vedrà una maggiore alternanza scuola lavoro, con un potenziamento delle materie di base e una forte internazionalizzazione. La riforma garantirà più sicurezza nell’alternanza oltre che una coerenza con l’offerta formativa”.

Nonostante le buone intenzioni del Governo e del Ministro in particolare non sarà facile approvare tutti i provvedimenti in tempo utile per renderli operativi già da settembre prossimo.
I dubbi sono tanti anche se il disegno di legge in materia di “istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e di revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti” era stato deciso dal Consiglio dei Ministri già il 18 settembre scorso.
Il provvedimento dovrebbe tra l’altro dare avvio a percorsi di istruzione tecnico-professionale di durata quadriennale.
Il Governo ha definito il ddl un collegato alla legge finanziaria e grazie a questo potrà essere discusso e approvato in tempi rapidi ma il fatto è per ora non risulta neppure fra gli atti depositati in Parlamento.
Alla Camera è invece già stato incardinato il progetto sul made in Italy sul quale però si stanno svolgendo solo ora le audizioni preliminari.
Non è facile prevedere cosa potrà accadere ma è certo appare improbabile che si possa approvare tutto in modo da far decollare i nuovi percorsi a settembre del 2024.
Questo dice la ragione, ma la politica è l’arte del possibile e non segue sempre regole razionali. Aspettiamo gli eventi.