Sulla ridicolarizzazione dell’Infinito di Giacomo Leopardi, per sottolineare lo stato infimo nel quale è scesa la letteratura italiana nelle scuole di oggi.
Invece di avere riverenza e rispetto per i grandi Poeti che hanno fatto la letteratura italiana e Leopardi ne rappresenta uno dei vertici più alti, dalle stanze del MIUR si pensa, invece, di sminuire, ridicolizzare, annientare una poesia come l’Infinito leopardiano, organizzando addirittura un flash mob per gli studenti che, forse, non sanno o non avranno mai intimamente compreso l’alto significato dell’Infinito del recanatese, né tantomeno letto con espressione immedesimandosi nella sensibilità leopardiana.
Provassero gli studenti ad entrare intimamente nei singoli versi della poesia, immaginando di gettare lo sguardo oltre quella siepe per scrutare l’orizzonte e poi ancora provassero gli studenti ad immergersi con lo spirito e l’animo nell’immensità dell’universo lasciandosi “naufragar” nel mare.
L’Infinito è una poesia di grande introspezione, una poesia solenne, in cui si evince lo spessore alto della mente leopardiana che, nonostante fosse malaticcio, aveva una cultura e una sensibilità straordinaria costruita in anni di studio “matto e disperatissimo” nella ricca biblioteca paterna. Mi chiedo: hanno gli studenti di oggi quella sensibilità e quella raffinatezza d’animo per comprendere a fondo il significato profondo del testo dell’Infinito leopardiano.
La lettura e la declamazione di poesie con l’Infinito leopardiano può essere affidata soltanto ad attori come Arnoldo Foà, Vittorio Gasmann che avevano soprattutto grande riverenza e rispetto per i “Grandi” della nostra letteratura italiana.
Ora, invece, si banalizza tutto, si ridicolizza tutto, si distrugge tutto senza il pur minimo ritegno e rispetto per la nostra storia, per la nostra cultura, per la nostra letteratura!
Mario Bocola
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