Si tratta, in buona sostanza, di una clausola di salvaguardia, che il Ministero dell’economia si è cautelato a chiedere al Miur, in caso di incapienza di uno dei fondi indicati da Profumo per rispettare le cifre previste dalla spending review. Questa clausola prevede che in caso dei mancati risparmi di spesa si dovrà procedere, come al solito, con i dolorosi tagli lineari in tutti i capitoli di spesa dell’istruzione. Inoltre il Miur ha previsto l’estensione dell’odiosa norma che prevede il divieto di monetizzare le ferie ai docenti precari, estendendola anche ai precari ausiliari, tecnici e amministrativi.
Le pretese del Mef non consentono margini di manovra, anche perché le proposte iniziali fatte da Profumo, con l’aumento dell’orario settimanale di servizio dei docenti, a parità di stipendio, avrebbero portato nelle casse dello Stato dai 700 milioni di euro al miliardo di euro. Quindi il Mef non è disposto a fare sconti al Miur, che dovrà risparmiare fino all’ultimo euro previsto nel decreto n. 95 del 6 luglio 2012. Per cui per l’anno 2013, il Miur dovrà risparmiare 182,5 milioni di euro. Da dove arriveranno questi risparmi di spesa?
A sentire i relatori della legge di stabilità, Baretta e Brunetta, i capitoli di spesa toccati saranno i più vari, compresa la ricerca scientifica e lo stipendio accessorio dei docenti. Quest’ultima voce se toccata potrebbe ridurre gli stipendi di tutti i docenti. Un altro capitolo di spesa che verrà intaccato è quello del fondo per la valorizzazione, fortemente voluto dall’ex ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini.
Questo fondo avrebbe sarebbe dovuto servire a premiare gli studenti migliori con borse di studio. Altri risparmi arriveranno dalle dismissioni di alcune sedi, come per esempio la sede romana di Piazzale Kennedy, che ha costi faraonici. Infatti tra affitti e mantenimento di questa sede si spendono fino a 6 milioni l’anno, che è ovviamente una spesa eccessiva in tempi di crisi.
Dalla ricerca scientifica e tecnologica si risparmieranno almeno 20 milioni di euro, altri 47,5 milioni di euro arriveranno dal fondo delle istituzioni scolastiche. Questi risparmi di 47, 5 milioni verranno fatti anche sui capitoli riguardanti il piano dell’offerta formativa.
Nonostante tutti gli sforzi fatti da Profumo, per eliminare la proposta di aumentare l’orario di servizio dei docenti delle scuole secondarie, a parità di stipendio, rimane sullo sfondo l’ombra di un commissariamento del Mef, che minaccia di recuperare altri fondi, semmai quelli proposti non bastassero, con la solita politica dei tagli lineari.
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