Gli studenti del Liceo Artistico Boccioni di Milano hanno occupato la scuola emettendo un comunicato che è quanto di più conformista e piatto si possa immaginare e depone molto a loro sfavore, tranne che per le sacrosante richieste di ristrutturazione dell’edificio che, come i 2/3 delle scuole italiane, cade in pezzi e per la lotta all’orrenda idea del PCTO.
Il conformismo comincia quando si dichiarano non studenti e studentesse ma student*, in ossequio al conformismo polItically correct che non vuole più la presenza NATURALE di uomini e donne (qualunque sia il loro orientamento sessuale) ma di GENDER; va di moda negare l’identità sessuale ma si definiscono “generazione ribelle” (ma de che?); poi, testualmente, il comunicato dichiara che gli studenti/esse, pardon student* vogliono analizzare le condizioni che hanno portato la nostra scuola come le altre al collasso, per raccogliere i pezzi e ricostruire una scuola distrutta a misura di student*, che ci formi come individui e non come parti di un sistema corrotto e fondato sulla meritocrazia e mi domando: si sono accorti che da venti anni il merito è scomparso dalla scuola italiana?
Si sono accorti che, in tutte le normative, circolari, scartoffie varie, da venti anni, si è stabilito che la “centralità è dello studente”? Si sono accorti che il primo intento dei presidi non è premiare il merito ma impedire la dispersione scolastica? Si sono accorti che, proprio perché la scuola non è meritocratica, quando si esce dalla scuola non si hanno gli strumenti minimi per affrontare la vita?
Quando scrivono nel comunicato questo modello di scuola, modello opprimente, anacronistico e reazionario questi sanno di cosa stanno parlando? Definire così la scuola italiana del 2023 è la prova provata dell’ignoranza abissale di questi poveri studenti perché sono le stesse parole del ’68 e del ’77 con la differenza che la scuola è molto cambiata. Questi parlano come se fosse ancora la scuola gentiliana.
E dopo questi pistolotti cosa propongono? Problemi dell’ambiente, disturbi alimentari, anarchia in Italia… sacrosanto ma problematiche che fanno parte della vita al di fuori della scuola stessa.
Magari, se provassero a studiare Leopardi e i poeti, forse avrebbero degli strumenti di conoscenza in più per gestire le emozioni forse, visto che è un liceo artistico, se studiassero Caravaggio capirebbero cosa vuol dire essere veramente trasgressivi e forse, se conoscessero la storia , capirebbero quanto il loro anticonformismo sia il conformismo peggiore e forse, se conoscessero Gramsci, capirebbero che sono solo i contenuti culturali CHE SI STUDIANO O SI DOVREBBERO STUDIARE A SCUOLA che ti consentono non solo di affrontare la vita ma anche di provare, almeno, a cambiare il mondo e dunque affrontare il riscaldamento globale, l’oppressione del capitale eccetera.
Fiorenzo Baini