Quando si parla di IRC, bisognerebbe partire proprio da questo orrido acronimo: Insegnamento della Religione Cattolica.
Non è solo una questione nominalistica, perché coinvolge nel reclutamento le Curie e il loro beneplacito, non bisogna dimenticarlo mai quando si oppone l’argomento (per me sofistico) della “storia delle religioni”, perché se fosse davvero così sarebbe quantomeno inopportuno che una sola di queste “religioni” abiliti alla materia, sarebbe (come è in effetti) una contraddizione in termini.
E infatti, a provare che si tratta solo di gattopardeschi sofismi, nessuno dei difensori a spada tratta di IRC ha mai proposto modifiche non solo del nome, ma del sistema di reclutamento.
A ciò si aggiunge una questione molto più seria proprio per i credenti: a volere credenti tutti e per forza, si finisce per far estinguere i credenti motivati, oltre a diluire, sminuire, svilire la stessa religione per chi ci crede; e i migliori e più virtuosi aspetti valoriali delle religioni e della nostra (crocianamente) in particolare, sono quelli che se la passano peggio, nonostante un secolo quasi dai Lateranensi. Persino Ferragosto è considerato un giorno festivo “non religioso”, nonostante lo sia, anzi è considerato giorno di bagordi, una laica e pagana festa di mezza estate.
Continuare a difendere IRC e la sua persistenza con questi argomenti e risultati è come continuare a sperticarsi in lodi per i magnifici e meravigliosi abiti del Re nudo.
Michele Lombardi
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