L’influenza di gennaio e febbraio quest’anno è stata particolarmente virulenta. Lo abbiamo notato tutti nelle scuole.
Classi, soprattutto alla Primaria e all’Infanzia, completamente dimezzate per diverse settimane. Per un’insegnante di italiano di prima, con due classi tra l’altro, è sempre un momento dell’anno fondamentale. Gli alunni cominciano quasi tutti a fondere le sillabe con serenità e il meccanismo della letto-scrittura è ormai avviato.
Nei giorni vissuti in classe con pochi bambini si era poi avuta la possibilità di aiutare in maniera più mirata gli alunni che ancora mostravano qualche piccola difficoltà. Proprio quando qualche studente cominciava a rientrare a scuola, la chiusura.
Dapprima vociferata, poi proclamata. Le notizie si aggravavano di ora in ora, le informazioni sembravano preludere qualcosa di importante, di tragico per la nostra incolumità, ma ne eravamo ancora in parte inconsapevoli. Le sensazioni di smarrimento, di ansia, di inquietudine hanno attanagliato e accumunato docenti e famiglie, inizialmente rimasti in una sorta di limbo sospeso in un tempo rallentato e dilatato.
Il primo pensiero è stato di mantenere un legame con gli alunni e loro famiglie, un aggangio anche se virtuale, mediante piccoli audio, video, dei messaggi. Il solo sentire la mia voce rassicurava i bambini – riferivano le rappresentanti. Poi, come spesso accade, ci si comincia a mettere in gioco. Alcune attività filmate passo passo, un programma suggerito da una collega per creare lezioni accattivanti, delle diapositive con l’audio della propria voce, le video lezioni con i supporti suggeriti da G Suite, i link con i video prelevati da youtube, l’inserimento dei documenti nella bacheca del registro elettronico, la restituzione di alcune attività proposte via mail, commenti e gratificazioni agli alunni,…tutto utile, indispensabile, ma non completamente adatto a me.
Una sera mio figlio mi invita a guardare un video in cui il famoso calciatore Zlatan Ibrahimovic, mette in campo una poderosa raccolta fondi per il dramma che in primis sembrava interessare solo la Lombardia. In particolare il calciatore terminava il video con una delle sue frasi emblematiche:“Se il virus non va da Zlatan, è Zlatan che va dal virus!”
Sono rimasta colpita dalle sue parole, era un messaggio di forza, incuteva timore, se fossi stato il virus me la sarei data a gambe! Da qui l’idea di sfruttare il personaggio e farlo diventare protagonista delle mia storie animate. Dei veri e propri brevi cartoni animati per rinforzare i suoni che avevo già presentato e proporne di nuovi. Le mille voci delle consonanti C e G sono un passaggio fondamentale per i bambini che fino a quel momento hanno compreso un meccanismo ormai consolidato in cui le altre consonanti con le vocali si comportano sempre allo stesso modo. Ma C e G sono differenti…
Dal nulla, forse in maniera non completamente cosciente, ritirando fuori le mie pregresse esperienze di tanti anni di teatro coi bambini, nasce la prima parte della storia di C e G con Super Ibra, ossia Zlatan Ibrahimovic, divenuto supereroe. Grazie ai suoi poteri modifica le voci di C e G, formando i suoni duri e forti e quelli dolci e golosi.
Mi consigliano di aprire un canale youtube, mi sembrava ridicolo per una persona neanche iscritta ad un social! In effetti, però, col canale youtube, i video erano facilmente fruibili da qualsiasi smartphone creando minore difficoltà alle famiglie. Le storie animate nel frattempo sono cresciute, anche se per il momento ne ho pubblicate solo due. L’apprendimento ha i suoi tempi e anche in questo strano periodo dovrebbero essere rispettati.
Sono convinta che la scuola italiana non sarà più la stessa. I tanti detrattori tra i docenti di ogni ordine e grado dell’impiego degli strumenti tecnologici, oggi li stanno utilizzando e ne toccano con mano limiti e potenzialità. La scuola non potrà più essere la stessa. Molti di noi, nello stato di necessità, si sono messi in discussione e hanno dimostrato che forza, tenacia, creatività, voglia di fare, proprio non ci mancano. Gli studenti dal canto loro, sovrabombardati dall’uso delle ICT, credo che riapprezzeranno maggiormente una partita di calcetto o una chiacchierata in piazzetta con gli amici alla fine di questo periodo o, persino, tornare in classe coi compagni. Se sia merito di Super Ibra non lo so, ma a me piace credere che sia così! Un saluto dalla Maestra Giovanna.
Giovanna De Angelis
https://www.youtube.com/watch?v=ZI7PmejNSjQ
https://www.youtube.com/watch?v=nFbMpbWanf4
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