I tagli agli enti locali stanno provocando situazione di malessere. Anche nelle scuole, quelle superiori in particolare: 5.100 edifici frequentati da 2 milioni e mezzo di alunni.
Perché le Province, salvate dal referendum del 4 dicembre, sono responsabili della loro gestione e alcune minacciano di non riaprire gli edifici in corrispondenza del nuovo anno scolastico. Il problema è, soprattutto, sul versante della sicurezza, rispetto alla quale in molti casi non sarebbero rispettati nemmeno i requisiti minimi.
Sul piede di guerra sono anche i sindacati, che hanno provato una mediazione. Ma è fallita, lo scorso 4 agosto, e per il prossimo 6 ottobre hanno proclamato lo sciopero nazionale di tutto il personale delle Province e delle Città metropolitane.
Per Cgil, Cisl e Uil siamo al “collasso” e servono risorse “per consentire l’erogazione dei servizi fondamentali e tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal pagamento degli stipendi”. Il Governo a luglio si è impegnato ad assicurare 100 milioni in più ma per i sindacati non bastano.
Il ministero della Pubblica Amministrazione, riporta l’Ansa, dando conto della decisione dei sindacati, garantisce che i servizi minimi saranno comunque assicurati. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl ricordano come la mobilitazione era già partita nei mesi scorsi, per protestare contro una situazione che definiscono “di estrema difficoltà”.
Da qui la scelta di indire lo sciopero, che sarà anticipato da assemblee nei luoghi di lavoro nella settimana tra l’11 il 15 settembre.
Ma la partita si è già aperta e inevitabilmente si giocherà anche sui tavoli dei rinnovi contrattuali, che i dipendenti degli enti locali, come tutti gli statali, aspettano da oltre otto anni.
In questi giorni, infatti, riprenderà la trattativa tra sindacati e Aran, ma su tutto pende la questione dei fondi e la risposta potrebbe arrivare solo con la legge di Bilancio.
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Intanto però alcune Province parlano di situazione critica. Come a Vibo Valencia, dove nei giorni scorsi i responsabili dell’ente locale hanno minacciato di chiudere 450 chilometri di strade e più della metà delle scuole.
Anche a Caserta, dove nei giorni scorsi la Provincia ha detto che se non ci saranno risorse sicure in arrivo nei prossimi giorni, il rischio di non iniziare le lezioni è alto. A rischiare di rimanere con la scuola chiusa sarebbero oltre 50mila studenti casertani delle superiori.
La mattina del 28 agosto c’è stato un vertice in Prefettura. Da cui sembrerebbero essere arrivati segnali positivi.
Quello che è stato detto “lasciano ben sperare sull’avvio regolare delle attività didattiche in quasi tutti gli edifici scolastici di Terra di lavoro, dopo anni di incuria e di immobilismo della precedente amministrazione provinciale”, ha detto l’on. Camilla Sgambato (PD), componente della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, a margine del tavolo tecnico-istituzionale svoltosi presso l’ufficio territoriale di governo di Caserta, presieduto dal Vice Prefetto vicario Gerlando Iorio.
“Regione, Provincia e Uffici Scolastici Regionale e Provinciale – ha continuato Sgambato – sono chiamati a compiere uno sforzo ulteriore e definitivo per garantire la puntuale riapertura delle scuole superiori a metà settembre”.
“La task force avviata dalla Provincia per dotare gli edifici dei certificati di prevenzione incendi, unitamente ai fondi stanziati dalla Regione in favore di ogni istituto per la copertura dei lavori di messa a terra degli impianti, ed i piccoli interventi di manutenzione, sta dando i primi risultati positivi e siamo sicuri che, come chiesto anche oggi in Prefettura dalla Provincia, l’ulteriore concessione di finanziamenti da parte della Giunta regionale porterà al superamento definitivo della problematica nel suo insieme”.
“Sono convinta che il confronto istituzionale in atto in seno al tavolo permanente istituito in Prefettura, con nuova seduta già fissata per venerdì 8 settembre, condurrà al traguardo di aprire, senza ritardo, le porte delle scuole alle 56mila e passa studentesse e studenti casertani”, ha concluso Sgambato.
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