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Superiori, torna lo spettro delle occupazioni. Presidi contro: non hanno mai risolto nulla

Quando l’autunno entra nel vivo, nelle scuole superiori italiane torna lo “spettro” delle occupazioni studentesche.

Le possibilità che la tradizione venga rispettata sono altissime: dopo il riuscito sciopero del 13 ottobre, con tanti consensi per l’iniziativa, caratterizzato dalla protesta contro quello che le associazioni considerano in gran parte un loro sfruttamento a spese della didattica tradizionale, gli studenti hanno promesso di non fermarsi. E l’eventualità di vedere le scuole occupate sono alte.

E’ di queste ore la notizia dell’occupazione del liceo Virgilio di Roma, dove il 7 ottobre era caduto un solaio, fortunatamente senza danno alle persone.

Mario Rusconi, presidente Anp Lazio, mette le mani avanti. Ed esprime tutto il suo dissenso contro questa probabile eventualità: “le occupazioni degli istituti scolastici – dice il rappresentante dei presidi – sono un rito stanco visto innumerevoli volte, che non ha pari in Europa”.

Rusconi (Anp): non è la forma giusta per protestare

Secondo Rusconi, le occupazioni “non hanno mai contribuito a risolvere alcun problema, anzi spesso hanno aggravato la situazione di fatiscenza di molte scuole, impedendo alla maggioranza degli studenti che non occupano di poter svolgere il proprio lavoro formativo”.

“È giusto protestare contro le incapacità della politica, rimanendo però – sottolinea Rusconi – sempre nell’ambito della legalità e del rispetto delle regole”.

“I problemi annosi e gravi delle scuole richiedono impegno riflessione e senso di responsabilità da parte di tutti: istituzioni famiglie studenti docenti”, conclude il presidente Anp del Lazio.

Personale in servizio e a vigilare: occhi ad eventuali occupanti “esterni”

Vale la pena ricordare che l’occupazione della scuola non esonera il personale in servizio di essere presente e controllarne l’andamento, al fine di verificare la presenza di atti illegali da parte degli studenti. In questi casi, il preside ha l’obbligo di comunicare l’accaduto alle forze dell’ordine.

Va rilevata, inoltre, l’eventuale presenza, tra gli occupanti, di persone non iscritte ai corsi scolastici: in questi casi, per loro scatterebbe la denuncia di interruzione di pubblico servizio, non rientrando nelle parti in causa.

Alessandro Giuliani

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