Un altro episodio di bullismo, nei confronti di una prof e di uno studente, sta coinvolgendo oltre venti alunni di una “seconda” dell’istituto d’istruzione superiore Pacinotti-Archimede, alla periferia nord di Roma.
Scherzo o pensata becera?
Tutto sarebbe iniziato da una pensata becera, quella cioè di fare uno scherzo alla supplente che, non conoscendo gli alunni, ha accettato di interrogarne uno che appunto si è detto volontario, mentre in realtà si spacciava per un altro coetaneo. Tuttavia la prof già dalle prime battute, costituite di parolacce e bestialità, si è subito accorta dello spregevole scherzo, nonostante tutta la classe confermasse l’identità del loro “compagno”.
La cosa, a ogni modo, sarebbe probabilmente finita lì, se non fosse stato per il crescendo di maleducazione del “finto” alunno che nel frattempo era stato invitato dall’insegnante a lasciare l’aula.
Arroganza e minacce contro la prof
Invece il ragazzo ha alzato la voce, ha insistito in malo modo per essere interrogato, si è sbracciato per sottolineare le sue richieste e per concludere infine urlando una serie di bestemmie e minacciando la professoressa: “Tanto mia mamma pippa e spaccia la coca”. Poi è salito su una sedia e se ne è andato sbattendo la porta a calci. Tutto ciò mentre un alunno riprendeva la scena poi naturalmente postata sui social.
Per questo ora l’intera classe rischia pesantemente, anche perché di mezzo c’è pure un ragazzino di 15 anni che non vuole più andare a scuola perché “coinvolto” senza avere alcuna colpa.
Sembra pure che la polizia stia indagando per furto di identità.
In ogni caso, l’insegnante ha poi riassunto l’episodio nel registro elettronico, sottolineando che, oltre all’atteggiamento dell’intruso, contro ogni ragione l’intera classe ha insistito per sostenere la (falsa) identità di quel ragazzo nonostante la situazione fosse ampiamente precipitata.
Il video sui social
Nel frattempo la diffusione sulle chat del video con il raid del falso alunno ha completato il caso, mentre i genitori del giovane le cui generalità sono state usurpate faranno denuncia al commissariato dopo un primo colloquio con gli agenti.
Lui non ha alcuna colpa, ma il fatto di essere stato tirato in ballo perché quel giorno assente ha incrinato pesantemente i rapporti con i compagni di classe.
Come è stato poi ricostruito, l’intruso è un alunno di un’altra classe della stessa scuola.