La finanziaria e la legge di bilancio spiegate in base al numero di supplenti e di docenti. La scuola coi suoi numeri sarebbe il nodo su cui il governo fa i conti per piazzare le sue manovre.
Secondo Il Corriere della Sera, sia che i supplenti siano 250 mila, secondo i sindacati, o 165 mila, secondo il ministero, e i docenti totali circa 700 mila, sarebbero numeri in grado di spiegare molto sulla Finanziaria e sulla Legge di Bilancio.
Infatti, se per un verso le risorse saranno sempre poche, di contro le richieste saranno sempre molte e se la scuola inizia con così tanti supplenti significa che “ha ben poche gambe su cui marciare”.
Tuttavia, viene spiegato, se il 44% degli italiani paga il 92% dell’Irpef, e di questi la maggioranza sono solo lavoratori dipendenti e pensionati, mentre altre categorie, (per esempio ristoratori, liberi professionisti, gioiellieri, ecc.), non sono pervenute, vuol dire che qualcosa non ha funzionato nel corso di decenni e durante i vari governi che si sono succeduti, di destra o di sinistra.
Dunque? Servirebbe “che qualsiasi governo dovrebbe prima di distribuire soldi in giro, preoccuparsi che le tasse le paghino tutti e in proporzione al reddito. Che i controlli funzionino, che la scuola offra un servizio agli studenti e alle famiglie prima ancora di occuparsi di presunte politiche conservatrici o progressiste”.
Ma in Italia, a cominciare dalla classe dirigente e della politica, lo Stato è sempre qualcun altro non certo noi tutti.
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