L’avvio complicato dell’anno scolastico non è più una semplice possibilità da scongiurare: a poco più di 15 giorni dall’avvio delle attività annuali possiamo dire che si tratta di una certezza. Tra i nodi difficili da sciogliere, al primo posto figura senza dubbio l’assegnazione delle cattedre libere ai supplenti: i sindacati stimano che si arrivi alla quota record di 250mila contratti a tempo determinato, con scadenza 31 agosto ma soprattutto 30 giugno 2025 (considerando che la gran parte saranno supplenze annuali su posti di sostegno in deroga o in organico di fatto). E quest’anno c’è anche la “coda” di circa 20mila immissioni in ruolo, per i vincitori dei concorsi Pnrr, da attuare non entro fine agosto ma prima del 31 dicembre 2024. Quindi, si presume che i anche i cambi di docente in corso d’anno, quindi a scapito della continuità didattica, saranno sopra le media.
La Stampa ha quantificato un aumento delle supplenze annuali pari al 72% in sette anni, si è passati cioè dai 132 mila supplenti dell’anno del 2017/2018 a 232 mila dell’a.s. 2023/24: un incremento dovuto ai rallentamenti dei concorsi, ordinari e straordinari, ma anche al mancato via libera da parte dell’Unione europea alla richiesta del ministro Giuseppe Valditara, formulata un anno e mezzo, per immettere in ruolo direttamente da Gps non solo su sostegno ma anche dalle graduatorie delle varie discipline curricolari.
“Avremo un nuovo record di supplenti, con l’assurda situazione – ha detto all’Ansa la numero della Flc Cgil, Gianna Fracassi – che il ministero dell’Istruzione ha accantonato 20.000 posti per il concorso di ottobre, ma ancora non si è concluso il concorso 2023 e ci sono idonei nel concorso 2020”.
Per Giuseppe D’Aprile, segretario della Uil Scuola, “è paradossale come aumentino i canali di assunzione e diminuiscano i posti, che vengono accantonati per una futura procedura concorsuale non ancora avviata”.
Il leader della Uil Scuola ricorda che quest’anno “su 63.685 posti vacanti, ne saranno autorizzati solamente 45.124, il 70% del totale. Al prossimo concorso Pnrr ne saranno destinati 18.561. Il non aver autorizzato tutti i posti disponibili, in attesa di una futura procedura concorsuale, in ragione del Pnrr – ha scritto il sindacalista in una lettera inviata al ministro Valditara – determinerà, in molte regioni, la mancata assunzione in ruolo dei docenti inseriti nelle graduatorie dei concorsi ordinari”. Permangono forti criticità anche sul fronte del personale Ata e di quello delle segreterie scolastiche: per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario sono state previste solo 10.000 assunzioni in ruolo (pari ai pensionamenti 2024) a fronte di oltre 30mila posti vacanti.
Su questo aspetto Marcello Pacifico, presidente Anief, ha detto che se per i docenti “l’amministrazione scolastica sa bene che le graduatorie non utilizzate a pieno e i concorsi a rilento complicheranno tutto”, per gli Ata il quadro non è meno difficile: “i precari pronti a subentrare su altri 20.000 posti ci sono e dovevano tutti essere assunti. Bisogna cambiare la legge che limita le assunzioni a tempo indeterminato a coprire al massimo il turn over”.
“Come occorre, arrivati a questo punto, assolutamente introdurre un nuovo e ampliato organico aggiuntivo Pnrr-Agenda Sud composto da collaboratori scolastici, ma anche assistenti amministrativi e tecnici”, ha concluso il sindacalista.
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