Come ogni anno, oltre al problema delle cattedre vuote, dei docenti di sostegno o delle classi pollaio, c’è anche quello relativo al pagamento ritardato dei supplenti brevi. Dello scorso anno scolastico!
E il 2017/2018 è iniziato per molti di questi precari allo stesso modo, con la promessa dello scorso luglio del Ministero dell’Istruzione che i soldi ci sono, arriveranno. Peccato che ancora di quei soldi a cui si riferiva il Miur non vi è traccia per la maggior parte.
Sono soprattutto i supplenti brevi che hanno lavorato fra maggio e giugno scorsi che non hanno ancora visto un centesimo di euro. Non solo. Si sentono raggirati dal ministero dell’Istruzione, si legge su Il Fatto Quotidiano, dal momento che ogni volta devono credere ad annunci di pagamento che non si verificano.
“Il sistema NoiPa potrà iniziare la lavorazione per liquidare la mensilità soltanto quando il contratto passerà nello stato di ‘autorizzato pagamento’ il che avverrà quando il sistema della Ragioneria Generale dopo aver verificato l’effettiva presenza dei fondi autorizzerà il pagamento. Presumibilmente il passaggio da ‘Autorizzato scuola’ ad ‘Autorizzato pagamento’ non è ancora avvenuto per mancanza di copertura dei fondi da parte del Miur sul capitolo di bilancio”, si legge sulla comunicazione che hanno ricevuto i supplenti temporanei. Che però ricevono subito la smentita dal Miur: “I fondi per le supplenze ci sono, nessuna mancanza di copertura sui capitoli di bilancio del Miur. I ritardi relativi al pagamento dello stipendio di maggio e giugno dipendono da un problema procedurale in via di risoluzione. I pagamenti saranno effettuati entro il 20 luglio”.
Ma dal 20 luglio ad oggi, solo una piccola parte di circa 30mila precari utilizzati come supplenti temporanei ha ricevuto i soldi, gli altri attendono da 4 mesi!
“Sulla piattaforma ‘Istanze online‘ nei primi giorni di agosto – spiega Maria Santa Lapunzina docente di scuola secondaria a Il Fatto Quotidiano – spuntava la dicitura ‘incarico NoiPa’ che faceva ben sperare. Nei giorni scorsi ci siamo accorti che i nostri contratti sono retrocessi allo stadio anteriore ‘Da autorizzare Dsga’. È come se non fossero stati autorizzati al pagamento dalla scuola ma questo non è vero. Ho chiamato la ragioneria territoriale di Bari ma a loro non risultano pagamenti a mio carico. Mi hanno detto che può essere un errore tecnico oppure mancano i fondi. Siamo alle solite…”.
Le fa eco Silvia Barbieri che vive in Toscana: “Ho lavorato da ottobre fino a giugno percependo lo stipendio fino a maggio ma poi più nulla. Il sistema dice che la scuola è autorizzata ma dal 2 agosto è spuntata una dicitura diversa: manca l’autorizzazione del Miur. Anche la ragioneria di Lucca dice che l’istituto ha autorizzato ma manca l’ok del ministero. Mi sa che salta anche la settembre. Che dobbiamo fare?”.
E ancora, dalla Toscana alla Sardegna: Valeria Cau, 30 anni, di Oristano. Insegnate delle medie e delle superiori di disciplina pittorica non ha visto un solo euro. “È una situazione catastrofica. Mi ritrovo a casa dei miei genitori alla mia età perché non ho scelta. Ho iniziato le prime supplenze a gennaio, mi hanno pagato in estremo ritardo ma sono arrivati. Stavolta non si vede un centesimo”.
La vicenda è triste perché, posto che tali mancati pagamenti non dovrebbero esistere a prescindere, in questo caso sono proprio i precari a piangere, docenti non di ruolo che aspettano di fare qualche supplenza nel corso dell’anno per ottenere punteggio in graduatoria e fare esperienza.
Solo che se anche quel poco che gli spetta di diritto non viene pagato, la rabbia e lo sconforto prendono il sopravvento.
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