Finalmente dopo mesi di attesa si incomincia a capire dove stanno finendo e dove forse finiranno i risparmi (5.-600 milioni almeno) derivanti dalle mancate assunzioni previste dalla legge 107.
Sull’impiego di 150 milioni la spiegazione l’ha già dato il sottosegretario Davide Faraone: il “gruzzolo” servirà per pagare gli stipendi ai supplenti nominati a partire da settembre e per i quali non erano stato previsto un adeguato stanziamento (nella relazione tecnica allegata alle legge 107 era stato chiarito che le spese per le supplenze sarebbero drasticamente diminuite grazie all’attivazione dell’organico potenziato).
Adesso Faraone afferma che il prossimo anno i supplenti saranno pagati con puntualità e regolarità. Può darsi, ma se davvero al Ministero intendono raggiungere questo obiettivo sarà bene che facciano i conti in modo preciso e accurato.
Non basta, infatti, che le scuole abbiano a disposizione docenti di organico potenziato (anzi dell’autonomia, come si chiamerà dal prossimo anno) per azzerare le spese per le supplenze. Avere due docenti di educazione fisica nell’organico dell’autonomia non servirà di certo a risparmiare soldi se si dovranno sostituire insegnanti di matematica o di italiano.
Senza considerare che non è neppure detto che nel 2016/17 l’organico dell’autonomia abbia la stessa consistenza di quest’anno.
Il dubbio, più che legittimo per il momento, è che i risparmi derivanti dalla mancate assunzioni vadano a coprire i buchi che da sempre ci sono nei conti del Miur (ogni anno, per esempio, c’è il problema di pagare le spese degli esami di Stato); nella migliore delle ipotesi può darsi che una parte servirà a coprire i costi dell’ormai consueto aumento degli organici del sostegno, aumento spesso legato alle sentenze di questo o quel tribunale che accoglie i ricorsi di famiglie che chiedono il riconoscimento del sostegno richiesto dalla scuola e dai servizi socio-sanitari.
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