Adesso si parla anche di interrogazioni parlamentari, mentre il Miur si difende e spiega che la responsabilità del disservizio è del MEF: parliamo del mancato pagamento degli stipendi a diverse decine di migliaia di supplenti.
Pare che ci siano problemi sul SIDI, il portale al quale accedono le scuole per dare il via ai pagamenti. Ma le scuole non riescono a far partire il pagamento perchè il loro “borsellino elettronico” è vuoto.
I sindacati dicono che le scuole non ne possono nulla e aggiungono: “Questo sistema di pagamento non funziona”.
Resta sempre da capire per quale curioso motivo nessuno dica come stanno davvero le cose: non si riesce a pagare gli stipendi semplicemente perchè il capitolo di spesa del Miur è esaurito, punto e a capo. Ogni anno è la solita storia e spesso il problema è stato risolto con il solito sistema “all’italiana”: si aspetta che arrivino i soldi dell’anno nuovo e si pagano gli stupendi con ricorrendo agli stanziamenti freschi.
Alla faccia delle regole sulla contabilità pubblica che prevedono che se l’impegno è stato assunto nel 2016 il pagamento debba essere fatto con soldi del 2016 e non con quelli del 2017.
Anche perchè se si utilizzano fondi del 2017 per pagare il “debito” dell’anno precedente è del tutto ovvio che il fondo del 2017 si esaurirà non a dicembre ma ad ottobre. E il problema continuerà a presentarsi ogni anno nello stesso modo.
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