L’email di convocazione è arrivata 24 ore prima e recitava: “Il posto verrà assegnato al candidato, tra i presenti, con punteggio e posizione più alti in graduatoria. Chi non sarà presente alla convocazione sarà considerato rinunciatario. Il docente destinatario della supplenza prenderà servizio da subito”.
Ciò è quanto successo in un istituto turistico Algarotti di Venezia dove nella mattinata di giovedì 16 marzo sono stati convocati 67 candidati per un posto da supplente di sostegno da 18 ore settimanali, dal 16 marzo al 4 aprile. Come scrive il Messaggero, gli aspiranti supplenti erano provenienti da tutta la provincia e qualcuno per arrivare puntuale alle 8 è partito la notte.
Non sono mancate le lamentele da parte dei candidati non solo per il poco preavviso, ma anche per le modalità ormai datate: convocazione in un’aula con breve colloquio di identificazione con carta e penna e tante ore di attesa.
Un docente ha commentato: “È stato uno choc vedere così tante persone. Diverse provenivano dalla provincia, e chi da Jesolo o Portogruaro, chi prendendosi una giornata di ferie, si era svegliato alle 5 per presentarsi alle otto all’istituto Algarotti. C’erano colleghi di tutte le età, anche oltre i cinquant’anni. Ci hanno assembrati in una piccola stanza all’ingresso, e poi spostati in un’aula più grande”.
E prosegue: ” Ci hanno indicato di sederci in una sorta di aula magna dove un uomo e una donna seduti dietro a una cattedra, scrivevano a mano i nomi e le generalità di carta di identità, codice fiscale e firma in un foglio, senza avere nemmeno una graduatoria già stilata: come nel secolo scorso. Un metodo di selezione molto antiquato e in tutto questo sistema, a rimetterci è anche lo studente che ha disabilità, perché avrà l’insegnante di sostegno selezionato solo per un periodo di tre settimane, e non gli sarà garantita continuità didattica”.
Le dichiarazioni della dirigente scolastica Rachele Scandella: “La selezione è stata fatta nella legalità e nel rispetto di tutti. Se si sono presentati in 67 non è colpa di nessuno. Le persone che segnalano questi episodi devono rivolgersi a un sindacalista piuttosto che a un giornalista” – ha concluso Scandella.
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