Più di 6mila Ata part-time di tutta Italia chiedono aiuto per fronteggiare l’emergenza coronavirus e vedersi riconosciuti i propri diritti di lavoratori.
In una nota diversi rappresentanti del personale tecnico amministrativo “chiedono e pretendono il diritto ad una retribuzione sufficiente per assicurare a loro e alla loro famiglia un’esistenza dignitosa”.
“6000 persone aventi diritto chiedono a questo governo e ai vari sindacati che li rappresentano al di là di numeri di deleghe di battersi perché il diritto negato ad una continuità reddituale e la sopravvivenza per sé e per la propria famiglia gli deve essere riconosciuta semmai qualcuno glielo avesse negato”, si legge in una nota.
Poi la proposta: “Si parla di posti accantonati non utilizzati che andranno alle supplenze annuali con personale provenienti dalle graduatorie ATA, perché non permettere a noi internalizzati di fare supplenze annuali. Tutto il personale della scuola, docenti ed ATA da sempre hanno avuto questo diritto, perché non possiamo averlo anche noi internalizzati part-time?”.
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