Il nuovo anno scolastico ripropone i limiti del sistema di reclutamento: troppe immissioni in ruolo continuano a non essere completate; una parte dei docenti supplenti rinuncia alla proposta di contratto perché li porterebbe in scuole lontane e poche appetibili; diversi presidi, a breve, si troveranno a convocare tramite Mad perché con le graduatorie ufficiali l’amministrazione non è riuscita a coprire tutte le cattedre vacanti; il sostegno continua ad avere una percentuale altissima, oltre il 50%, di posti che vanno a supplenza. Su questi temi, legati ad un sistema che porta ancora almeno 200 mila supplenti ogni anno a sottoscrivere un contratto a tempo determinato, abbiamo intervistato la senatrice dem ed ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.
Senatrice, la scuola è appena iniziata, ma continuano ad esserci difficoltà per reperire insegnanti. Cosa si può fare per superare il problema?
Prima di tutto ricordo che i concorsi ordinari per via del Covid sono stati bloccati. Allora, non c’è scelta: bisogna riprendere questa strada, non possiamo fare diversamente che puntare sui concorsi.
Però ci sono anche tanti precari da stabilizzare.
È vero, ma facciamo attenzione: tra i precari vi sono molte categorie e tipologie. C’è chi ha titoli abilitanti e chi no, chi ha molto servizio e chi meno. Bisogna affrontare la questione a seconda delle situazioni, sulla base di una pianta organica.
Cosa pensa della proposta della Lega e del suo responsabile Scuola, il senatore Mario Pittoni, di reintrodurre con urgenza i corsi abilitanti attraverso nuovi Pas?
Questo è un tema centrale. L’obiettivo rimane infatti quello di superare il precariato, immettendo nella scuola figure il più possibile qualificate, introducendo delle soluzioni differenti per tipologie di candidati differenti.
La soluzione potrebbe essere quella di assumere i precari con oltre 36 mesi di servizio?
Il punto centrale è che vanno inquadrate le situazioni, senza creare conflitti tra le varie parti in causa. E sempre tenendo presente che il percorso fondamentale da intraprendere rimane il concorso. So che il ministero dell’Istruzione sta lavorando su questi punti e mi aspetto che affronti al meglio la problematica.
C’è poi la piaga del sostegno: la soluzione potrebbe essere quella di specializzare più docenti curricolari e immettere in ruolo su tutti i posti, cancellando quelli in deroga fino al 30 giugno?
Questo è assolutamente un altro tema qualificante. Il sostegno è una cosa davvero importante. Bisogna mantenerlo, facendo una mappatura dei posti, procedendo poi con una programmazione, anche per specializzare il personale che decide di intraprendere questo percorso.