L’aggiornamento delle graduatorie d’istituto ha visto oltre 700mila domande, un record fino ad oggi, che ha senz’altro dato un’impronta diversa al mestiere d’insegnante.
Infatti, come abbiamo già scritto in precedenza, non tutti sono docenti per vocazione o per gli studi affrontati. Ci sono precari storici da tempo inseriti nelle graduatorie di istituto e neolaureati che cercano le prime esperienze, quelli non riusciti a entrare con l’ultima riforma e chi ha idoneità magari riconosciuta da qualche sentenza.
Ci sono però anche avvocati, notai, psicologi e giornalisti, che non hanno lasciato il loro primo mestiere, ma hanno deciso di aggiungere uno stipendio che è più certo, anche solo per poche ore di supplenza, di quello che può venire dalla libera professione.
In merito a questo tema arriva anche la dichiarazione del segretario generale della Flc Cgil di Reggio Emilia su La Voce di Reggio Emilia: “Abbiamo avuto circa 500 compilazioni di domande, di cui duecento da persone che non hanno mai lavorato nell’istruzione, 150 utenti che hanno fatto solo qualche giorno di servizio in una scuola e la restante parte di soggetti che possono vantare esperienze nell’insegnamento”.
E questi numeri, se da un lato riflettono un dato oggettivo, dall’altro nascondono proprio la faccia della crisi, che porta persone di diverse esperienze lavorative affacciarsi all’insegnamento senza non solo abilitazione, ma molto spesso senza una vera e propria idea relativa al lavoro di insegnante.
Il motto che ha guidato moltissimi di questi 700mila aspiranti docenti è: “non si sa mai, è un posto fisso, un posto pubblico!”
E date le numerose cattedre scoperte che persisteranno anche quest’anno al Nord, molti di questi aspiranti insegnanti potrebbero essere subito accontentati e chiamati a svolgere il difficile mestiere dell’insegnante.
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