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Supplenze prioritarie, più di 21.000 domande

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Hanno superato quota 21.000 le domande presentate dai precari alle scuole per accedere agli elenchi di supplenza prioritaria, oltre che per ottenere l’indennità di disoccupazione con modalità facilitata e assicurarsi 12 punti in graduatoria: a rendere pubblico il dato, emerso dai dati ufficiali del ministero dell’Istruzione, è stata la Uil Scuola in occasione della giornata conclusiva del 12° Congresso nazionale svolto a Lecce.
In base a quanto comunicato dal sindacato sono 16.543 gli insegnanti e 4.529 le unità di personale Ata che hanno fatto domanda di accesso agli elenchi prioritari per le supplenze: come noto si tratta di supplenti che lo scorso anno sono stati in servizio almeno 180 giorni, salvo poi rimanere senza contratto a seguito dei tagli agli organici.
La mole dei precari, hanno ricordato i vertici della Uil, si starebbe sempre più allargando. Per evitare che assuma proporzioni sempre maggiori occorrono misure concrete ed immediate che vadano oltre gli ammortizzatori: come l’attuazione di incarichi pluriennali sui posti disponibili, delle nuove immissioni in ruolo ebandire dei concorsi dove le graduatorie sono esaurite.
Il sindacato ha anche presentato lo stato dell’arte del sostegno delle Regioni ai precari attraverso i cosiddetti contratti di disponibilità: “si tratta di risorse – ha detto il segretario Di Menna – che sfiorano, complessivamente, i 150 milioni di euro che si aggiungono e si integrano all’Inps per la disoccupazione“. La somma maggiore, 55 milioni di euro in due anni, è stata stanziata dalla Sicilia; appena dietro, con 25 milioni, la Puglia. Sostanzioso anche l’impegno sottoscritto dalla Sardegna, 20 milioni, dalla Lombardia, 15 milioni, e dalla  Campania, 10 milioni. Inferiore a quest’ultima cifra il finanziamento accordato da Basilicata, Piemonte, Liguria, Molise, Veneto e Marche. Cinque regioni – Calabria, Emilia Romagna, Friuli, Toscana e il Lazio (che aveva promesso 10 milioni) – non hanno sottoscritto alcuna intesa. Mentre in Emilia, Toscana e Friuli, le Regioni hanno attivato interventi e progetti di propria iniziativa.  
Ma anche nelle regioni che hanno aderito al sostegno ai precari della scuola, ad oggi rimane ancora in via di definizione lo stato dei bandi attuativi delle intese: sono lentezze che vanno superate rapidamente – ha sottolineato il leader della Uil Scuola – perché questo mix di misure, nazionali e regionali ha un doppio obiettivo: garantire concretamente la retribuzione ad insegnanti e personale Ata e il personale necessario alle scuole.
Malgrado le lentezze procedurali e la carenza di finanziamenti in alcune regioni, per il sindacalista la misura d’urgenza e di emergenza analoga potrebbe rivelarsi necessaria anche per il prossimo anno, proprio per consentire un esito positivo del processo si stabilizzazione di questo personale.  Anche se il Governo, attraverso il decreto salva-precari e le rassicurazioni di diversi esponenti della maggioranza, avessero preso un impegno formale a bissare il provvedimento ad oggi non è stato sottoscritto ancora nulla: Ma la reiterazione del decreto legge va fatta ed anche subito – dice Di Menna –  in modo da evitare i ritardi che il meccanismo Inps, Miur, regioni ha avuto nella sua fase di avvio e da garantire già dal mese di settembre la copertura dell’indennità per il personale precario coinvolto.