La Lega non perde occasione per ricordare che al Nord la vita è più cara che in altre aree d’Italia e quindi vanno differenziati gli stipendi. Anche quelli dei docenti. Stavolta, è stato il governatore lombardo, Attilio Fontana, a rimarcarlo.
A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, il presidente della Regione ha infatti appreso che le cattedre vacanti hanno raggiunto un numero consistente, anche per via delle mancate immissioni in ruolo dovute alla scarsità di candidati nelle GaE e nelle graduatorie di merito.
“A settembre 13mila cattedre, a tempo indeterminato, rimarranno scoperte in Lombardia- scrive Fontana su Facebook -. Comprendo bene la difficoltà di chi dal Sud dovrebbe trasferirsi. Proprio per questo, nella nostra proposta di Autonomia avevamo previsto un’integrazione degli stipendi, che tenesse conto del costo della vita e delle differenze tra i territori“.
“Se il Movimento 5 Stelle non ci avesse messo i bastoni tra le ruote, i nostri ragazzi avrebbero potuto iniziare l’anno scolastico senza le difficoltà a cui, invece, andranno incontro”, conclude il governatore lombardo.
Più volte, anche La Tecnica della Scuola ha sottolineato che fare l’insegnante a Milano comporta delle spese decisamente maggiori piuttosto che farlo, ad esempio, in provincia di Avellino o di Palermo.
Tuttavia, per completezza va detto che ci sono anche altre variabili da considerare: la prima è quella della scarsità dei servizi che ci sono nel Sud, ad iniziare da quelli sanitari. È una costante che incide molto nella qualità della vita e anche nelle spese, visto che spesso in caso di necessità i cittadini da Frosinone in già sono costretti a recarsi in strutture del Centro-Nord. Con costi annessi non indifferenti.
Ma ci sono anche altri fattori da considerare. Ad esempio, quello delle località turistiche del Sud. Ad Olbia o a Otranto, gli affitti sono “abbordabili” per otto mesi l’anno. Mentre diventano esorbitanti durante tutta l’estate: in questi casi, perché un docente dovrebbe percepire uno stipendio più basso di quello assegnato in Lombardia o in Veneto?
Considerando che stiamo parlando di una categoria, quella dei docenti, che percepisce gli stipendi più bassi della PA, non sarebbe finalmente ora di introdurre aumenti consistenti per tutti? Di questa necessità si fatto carico, da tempo, il M5S.
Sulle gabbie salariali, di recente, si era espresso favorevolmente anche il Pd: Camilla Sgambato, responsabile nazionale Scuola, e Nicola Oddati, responsabile nazionale Mezzogiorno del Pd, si qualche settimana fa si sono detti “assolutamente favorevoli all’introduzione delle gabbie salariali per gli insegnanti”.
“Sarebbe infatti giusto – hanno detto i due democratici – pagare molto di più gli insegnanti che operano nelle periferie, nelle scuole a rischio, nelle aree svantaggiate del Paese, da nord a sud, dove i livelli di dispersione e abbandono sono molto più elevati, il disagio sociale maggiore, le strutture scolastiche spesso inadeguate, le infrastrutture complessive – per esempio i trasporti pubblici – inefficienti”.
Secondo i calcoli della Tecnica della Scuola, questo genere di situazioni avrebbe riguardato non più di 30 mila insegnanti.
Sugli incentivi per chi opera in aree difficili e disagiate, si erano espressi favorevolmente sia il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti sia il senatore leghista Mario Pittoni.
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