Si inizia dal Veneto, dove mancano 13.500 insegnanti, visto che le graduatorie dell’ultimo concorso del 2018 sono state svuotate con 1.790 assunzioni, per cui ora gli Uffici scolastici provinciali stanno iniziando le chiamate dei precari. Mancano soprattutto prof di matematica, ma anche di italiano e naturalmente di sostegno.
Tuttavia da una prima verifica, pubblica Il Corriere della Sera, dal Sud, da dove sono da sempre arrivati i prof, quest’anno arrivano i loro rifiuti: no, grazie.
Il motivo? Al primo posto ci sarebbe la paura di un nuovo lockdown che li costringerebbe a non rientrare a casa.
Ma anche i vincitori di concorso non sarebbero indotti a cambiare regione per causa dell’obbligo di rimanere cinque anni fuori regione e dunque per le scuole del Veneto e del nord in generale il problema si aggrava.
Intanto, si legge sul Corriere, i dirigenti scolastici fanno i salti mortali per coprire i buchi in organico: «Ho scelto di fare quattro e non cinque ore in classe ogni giorno – testimonia Pinuccia Ametta, preside dell’istituto comprensivo Galilei di Scorzè nel Veneziano – i docenti liberi così intervengono dove necessario, soprattutto nel sostegno». Al Galilei a fronte di un fabbisogno di 27 insegnanti per gli alunni disabili lunedì ce n’erano tre, saliti da mercoledì a otto. «Come sempre faremo tutto al meglio – dice Zennaro – e dobbiamo ringraziare i nostri collaboratori, i genitori e gli enti locali per l’aiuto che hanno dato e continuano a dare per il funzionamento degli istituti ma qualcosa sarà penalizzato». Ad esempio, «la continuità didattica», segnala un docente precario che ieri, a Mestre, ha manifestato contro la gestione dei concorsi e delle graduatorie. «Le nuove sono piene di errori, sono cambiati i punteggi e definite in troppo poco tempo: i dirigenti scolastici avranno molti problemi e saliranno in cattedra almeno per tre giorni insegnanti che poi, alla verifica dei titoli, saranno rimossi – denuncia – inoltre, il nuovo concorso doveva essere ad ottobre ma chissà quando sarà davvero, forse a febbraio, e penalizzerà noi docenti precari che da anni lavoriamo nelle scuole».
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