“I numeri sulle supplenze sono impietosi. E’ un record mondiale.” Lo ha detto il segretario nazionale della Uil Scuola Pino Turi nel corso della conferenza stampa dei sindacati sul rientro scuola del 16 settembre, che ha visto il tema delle supplenze e delle cattedre vuote al centro del dibattito.
Secondo le organizzazioni sindacali si arriverà quest’anno a circa 210.000 posti da coprire con supplenze. Un numero enorme che però potrebbe raggiungersi non in tempi proprio brevissimi.
Il problema principale è quello relativo alle nomine delle supplenze 2020 da graduatorie provinciali e graduatorie ad esaurimento: nomine che in alcuni territori procedono a rilento, specie in Lombardia e Piemonte.
La questione da considerare è duplice: il ritardo delle nomine e gli errori delle graduatorie provinciali, che in molti casi scaturiranno in ricorsi con conseguenti ripercussioni sulla continuità didattica.
I sindacati non si sbilanciano ma i ritardi potrebbero protrarsi per molte settimane. Fino a Natale? “Io mi auguro di no, ha detto Maddalena Gissi della Cisl Scuola, ma la complessità del nuovo sistema delle graduatorie preoccupa. Soprattutto perché in tantissimi casi dopo i reclami dei docenti sono stati ripubblicati uguali. Nel corso dell’anno si tornerà a scorrere. Chi pagherà? Gli alunni, specie quelli che hanno bisogno del sostegno”.
Secondo la segretaria Cisl Scuola si tratta di una “situazione critica che ci fa pensare che quest’anno bisognava dare serenità”, riferendosi al nuovo sistema digitalizzato che probabilmente poteva anche partire successivamente.
“La proposta dei sindacati era quella di avere il numero maggiore di insegnanti di ruolo“, ha detto Francesco Sinopoli della Flc Cgil, ma le cose non sono andate così dice il sindacalista.
C’è anche la criticità dell’organico covid: saranno circa 60 mila i supplenti previsti dal decreto rilancio, ma si tratta di un “10% aggiuntivo che non riuscirà a coprire le esigenze delle scuole“, ha aggiunto Elvira Serafini dello Snals.
A proposito di numeri, il coordinatore della Gilda Di Meglio chiede che i numeri siano trasparenti. Ma i dati non vengono dati dal Ministero né sulle cattedre vuote né sui banchi”.
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