Molti gli istituti scolastici in cui l’orario è ancora provvisorio per via della presenza di cattedre scoperte o prossime a subire nuovi assetti. Come ha anticipato il nostro direttore Alessandro Giuliani, infatti, anche quest’anno restano numerose le rinunce alla proposta di contratto laddove l’istituto è lontano, poco raggiungibile o con una popolazione scolastica “difficile”.
In queste scuole si è già arrivati alle domande di messa a disposizione (Mad), dato che i dirigenti non hanno potuto attingere con esiti positivi alle graduatorie. Ricordiamo, infatti, cha dalle Gae e dalle Gps si passa poi alle graduatorie di istituto e quando anche queste non sono sufficienti a coprire il fabbisogno di personale, il dirigente ricorre alle Mad, che rappresentano l’ultima spiaggia per ricoprire una cattedra. Ecco, in un certo senso, i territori e gli istituti con preminenza di incarichi da Mad sono il segnale della difficoltà di reperire docenti. Ma la massima criticità la si riscontra laddove neanche tramite istanza di messa a disposizione si riesce a portare in cattedra un insegnante.
Dov’è che le cattedre restano vacanti?
La Cisl Scuola ha realizzato uno studio nazionale, arrivando a conteggiare 2 mila rinunce di supplenza solo a Milano, più mille a Torino, 480 a Brescia, e a Firenze circa 500 rinunce di posti Ata. Il nord resta campione di rinunce, anche sul fronte del sostegno. In quest’ambito, sono oltre il 50% i posti che vanno a supplenza.
L’informatizzazione della procedura di attribuzione degli incarichi, insomma, sebbene velocizzi le assunzioni, non rimuove, laddove ci sono, le criticità di fondo. Una scuola poco ambita resta una scuola poco ambita. Lo si scopre prima del solito, ma il problema resta.
Al contrario, laddove l’istituto si avvantaggia di una posizione e di un contesto favorevole, in effetti l’organico è stato completato in tempi più rapidi degli altri anni, come ci confermano alcuni dirigenti intervistati dalla Tecnica della Scuola.