Il problema del reclutamento e delle retribuzioni degli insegnanti nonché quello della dequalificazione della professione docente, non è tipico della scuola italiana, ma comune a tanti altri Stati, europei e non. Paradossalmente, tuttavia, ben diversi sono gli esiti degli Stati esteri rispetto alla situazione italiana.
I bassi salari, le difficoltà in cui i docenti si sono trovati ad operare, la mancanza di forme di aggiornamento per far fronte alle sempre nuove richieste della scuola, hanno portato ad una dequalificazione della professione degli insegnanti e mentre in Italia centinaia di insegnanti premono alle porte della scuola senza alcuna speranza, all’estero, viceversa, gli Stati stentano a reclutare insegnanti ed hanno escogitato diverse soluzioni.
In Francia il Ministero dell’Istruzione Nazionale ha lanciato una campagna dal titolo “Professore: e se il futuro fosse lei?”, per affrontare la massiccia ondata di pensionamenti anche attraverso un programma di incentivi quali, ad esempio, la possibilità di negoziare individualmente il contratto di lavoro, aiuti per trovare l’abitazione, piani di aggiornamento per far sì che l’attività di insegnamento divenga più gratificante ecc.
Anche la Gran Bretagna non riesce a stare al passo con la carenza degli insegnanti dovuta al fatto che i giovani insegnanti lasciano la carriera appena trovano di meglio e gli anziani abbandonano l’insegnamento appena possono.
I sindacati, nonostante siano stati messi a disposizioni finanziamenti supplementari per incoraggiare le assunzioni, accusano il governo che non avrebbe affrontato per tempo il problema del ricambio degli insegnanti la cui carenza è stata sopperita con il fare stare a casa, a turno, gli studenti.
Neppure la Germania potrà garantire il 30 per cento degli insegnanti che nel 2005 andrà in pensione. A fronte di una domanda di trentamila insegnanti potrà garantirne solo meno di ventimila. Al momento alla carenza sopperisce obbligando gli insegnanti a straordinari a con il far diventare le classi sempre più numerose.
Negli Stati Uniti, per citare qualche Stato extraeuropeo, la città di New York ha cercato gli insegnanti prima in Austria, Canada e India. Oggi li cerca anche in Italia. Nel mese di aprile la stampa americana, ripresa da quella italiana con grande rilievo invitava i nostri insegnanti elementari, di sostegno e i professori di materie scientifiche a partecipare ad una selezione per insegnare in quello Stato. Altri Stati degli USA hanno offerto bunus di decine di milioni per incoraggiare il reclutamento.
Come si vede, confrontando queste situazioni con quella italiana, dove pure la professione docente ha perso il tradizionale grande prestigio, ben diverso è l’esito.
Questo dimostra, ancora una volta, che sulla scuola incidono fenomeni di più vasta portata quali sono quelli di natura sociale.
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