Susanna Tamaro è la scrittrice, nota a tutti, di “Va’ dove ti porta il cuore”. La triestina, classe 1957, però, è anche autrice di libri per ragazzi e alla scuola ha dedicato l’ultimo suo libro “Alzare lo sguardo, il diritto di crescere, il dovere di educare” (edizione Solferino).
A Focus la scrittrice parla del suo rapporto con il mondo dell’istruzione, lei che poteva diventare docente, ma “mi hanno bocciata all’esame di Stato: ho fatto il concorso ma non ho superato l’orale. Non ho avuto l’abilitazione. Il mio sogno si è infranto in quell’occasione ma ho continuato a frequentare le scuole da scrittrice. Ho molti amici insegnanti e la scuola è rimasta la mia grande passione. La scuola è tutto”.
Sulle prove Invalsi, invece, Tamaro è durissima e le boccia senza termini: “Le prove Invalsi sono terribili. Io non sono riuscita a risolverle. Hanno complicato ciò che era naturale e semplice per mancanza di buon senso. Hanno messo cose che sono umilianti. Se non le sappiamo risolvere noi grandi, figuriamoci un bambino. Oggi c’è la cultura delle crocette ma poi a 13 anni non sanno ragionare. Noi a scuola facevamo i pensierini, si inizia da lì per arrivare alla formulazione di un ragionamento”.
E sui voti: “Capire come si va a scuola attraverso un voto aiuta, ma non bisogna mai umiliare. Io sono stata vittima di grandi sarcasmi da parte degli insegnanti e questo significa tagliar le gambe a una persona. Il voto non dev’essere mai umiliante”.
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