La scrittrice Susanna Tamaro, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, ha fatto una profonda riflessione sul mondo odierno, sulla società, la letteratura, la digitalizzazione. Ecco cosa ha detto.
La Tamaro ha innanzitutto parlato del libro “Zanna Bianca” di Jack London, spiegando che la censura dei contenuti come libri e film più “forti” per i bambini non funziona, anzi: “L’ho riletto ed è un libro feroce, pieno di violenza. Adesso non lo censurerebbero, gli darebbero fuoco. Ma noi ragazzini lo leggevamo nella versione integrale e non è che siamo diventati folli o psicopatici. Abbiamo avuto stimoli forti, non siamo cresciuti in questa specie di melassa che ora viene spalmata sui bambini. Del resto, la vita di per sé è forte. Il male c’è nel mondo e i bambini devono sapere come rapportarsi al male ma anche sapere che c’è il bene che ti può salvare. Vivere nella melassa li porta al panico e all’ansia”.
Susanna Tamaro e la critica al digitale
“Vedo una inconsapevolezza delle manipolazioni che avvengono e questo porta su strade un po’ rischiose. Nel momento in cui distruggi l’intelligenza delle giovani generazioni… Perché diciamo la verità, una cosa è venire da famiglie in cui c’è sensibilità intellettuale e quindi c’è la dimensione tecnologica ma anche molto altro. Un conto è la sterminata schiera di ragazzi e ragazze che sono abbandonati a balie elettroniche. Per alcuni genitori è anche un punto di orgoglio che i loro figli siano così tecnologicizzati. Quei cervelli, che non avranno mai senso critico, sono tristi realtà. Così si diventa vittime di chi ragiona in modo più potente di noi”, ha aggiunto, parlando del digitale.
“Il progresso non è in sé il bene assoluto. In tanti campi, come quello scientifico, l’intelligenza artificiale consente di ottenere risultati meravigliosi. Ma quando entra nella dimensione dell’umano, alt. In Svezia hanno osservato che i test di intelligenza sono in caduta libera. L’algoritmo è rozzo, l’uomo per sua natura è complesso, dunque sono due realtà inconciliabili. Rischiamo di diventare i servitori di un sistema rozzo. Tutto quello che ha a che fare con l’educazione e la selezione delle persone, a vari livelli, deve stare fuori. Lo sappiamo già e lo abbiamo verificato”, questa la sua opinione, che si può applicare, eccome, ai concorsi docenti e all’algoritmo Gps, ad esempio.
Errori algoritmo Gps, critiche da più parti
L’algoritmo usato per l’assunzione dei docenti ha spesso falle e viene aspramente criticato. “La procedura informatizzata, progettata per semplificare e automatizzare il rito delle convocazioni in presenza per l’assegnazione delle cattedre attraverso le GPS, continua a non piacere. Sono le parole del Coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Rino Di Meglio di qualche mese fa: “Gli errori commessi ledono i diritti di graduatoria, facendo sì che in molti casi chi ha punteggi più elevati finisca per prendere supplenze e sedi più disagiate. Inoltre, la procedura vìola il diritto al completamento di cattedra che, a quanto pare, non è contemplato nell’algoritmo”.
“Quello che auspichiamo – prosegue Di Meglio – come Federazione Gilda Unams, è che per le future nomine il sistema venga migliorato, per una maggiore tutela della posizione di tutti gli insegnanti che in passato sono stati illegittimamente scavalcati e lesi”.
Il 2 settembre a Milano un gruppo di precari ha occupato nel primo pomeriggio l’atrio dell’Ufficio scolastico territoriale di via Soderini per denunciare il “malfunzionamento dell’algoritmo” che ha portato a nominare “decine” di insegnanti sulla stessa classe di concorso”.
Una ventina di persone, scrive l’Ansa, si è presentata alla sede del Provveditorato agli studi con le bandiere dell’Adl Cobas per ribadire che “come l’anno scorso, sono numerosi i docenti scavalcati nonostante i lauti punteggi” e questi “rimarranno disoccupati, dato che l’algoritmo procede inesorabilmente, nonostante le sue falle tecniche, a nominare docenti con punteggio inferiore”.