Non era mai accaduto che nei testi ministeriali delle prove scritte dell’esame di Stato del II ciclo d’Istruzione ci fossero errori vistosi dovuti forse alla superficialità, alla fretta, alla mancanza di attenzione e buon senso di rileggere il testo che si è scritto. Fatto sta che il Miur ha compiuto in questi giorni delle prove d’esami diversi scivoloni che non sono stati affatto perdonati dalla rete a cominciare dalle “traccie” per proseguire con “battere” al posto di “batterio” e per terminare con la confusione tra codice “ISBN” (codice internazionale del libro) e “IBAN” (codice bancario per i bonifici).
Ciò forse è dovuto alla superficialità, alla fretta, alla mancanza di attenzione che non si presta quando si lavora, perché siamo, purtroppo, abituati a fare le cose all’ultimo momento e siamo convinti di averle fatte bene. Tali svarioni sono dovuti al meccanismo del “copia e incolla” senza rendersi conto che si può commettere un errore, ma non si ha la bontà di rivedere per un attimo quello che si è scritto, perché ciò potrebbe essere visto come indice di non conoscenza delle elementari regole della grammatica italiana.
Infatti la rete internet lo ha immediatamente evidenziato ed ha avuto un vasto clamore trattandosi di un dicastero che emana circolari e direttive alle scuole, luoghi di educazione e soprattutto di formazione delle nuove generazioni. Ciò ha avuto maggiore eco soprattutto in un contesto storico, sociale, politico molto delicato dove predomina, purtroppo, una paurosa povertà lessicale e linguistica degli studenti di oggi che scrivono commettendo errori grossolani.