Come abbiamo scritto, il sistema scolastico svedese è alle prese con la discussione di numerose e storiche riforme atte a variare i contenuti didattici e a migliorare il welfare dei docenti, garantendo retribuzioni più adeguate e sostegno per l’espletamento delle rispettive funzioni in quelle aree del paese considerate difficili per povertà e criminalità diffusa.
I recenti dati collezionati a livello europeo dal PIRLS evidenziano come in Scandinavia la situazione risulti essere sempre ottimale, ma con delle carenze sempre più evidenti in lettura e scrittura, specie per gli studenti della scuola primaria. Il Ministero ha avanzato l’ipotesi che l’effettivo tempo a disposizione per apprendere tali abilità si sia drasticamente ridotto nel tempo; si ipotizza, idea divenuta legge applicata dal 2026, di anticipare l’ingresso in primaria ad un anno prima del previsto, in modo tale da conferire maggiore tempo agli studenti di apprendere e perfezionare le abilità di base.
I giovani studenti in Svezia inizieranno la scuola all’età di sei anni a partire dal 2028, un anno prima rispetto a oggi, in una revisione del sistema educativo del paese che segnala un passaggio dall’insegnamento basato sul gioco per i bambini più piccoli. Il governo ha annunciato l’intenzione di sostituire l’anno prescolare obbligatorio per i bambini di sei anni noto come förskoleklass con un anno aggiuntivo nella grundskola (scuola elementare). Il governo di coalizione di centrodestra, guidato dai moderati e sostenuto dai democratici svedesi di estrema destra, ha annunciato il piano prima della presentazione del bilancio 2025, prevista tre settimane fa. Il piano risale al governo precedente ed è sostenuto anche dai socialdemocratici di sinistra. Il ministro dell’Istruzione, Johan Pehrson, ha affermato che “la scuola deve tornare alle origini” e ha aggiunto che ci sarà una maggiore attenzione all’apprendimento precoce della lettura e della scrittura, nonché della matematica.
“Ciò dovrebbe portare gli studenti ad avere maggiori opportunità di sviluppare competenze di base come leggere, scrivere e contare e di raggiungere gli obiettivi scolastici”, ha affermato.
I critici affermano che il piano va contro la ricerca che conferma che lo sviluppo cognitivo dei giovani studenti è meglio supportato da ambienti di apprendimento basati sul gioco, incoraggiandoli a esplorare, creare e svilupparsi attraverso attività ludiche, la curiosità e la scoperta guidata.
I leader sindacali temono che la mossa potrebbe mettere senza lavoro molti insegnanti specializzati nella scuola dell’infanzia. Christian Eidevald, professore associato di educazione della prima infanzia all’Università di Södertörn, ha dichiarato: “Spingendo i bambini di sei anni in un ambiente scolastico più formale, rischiamo di perdere i metodi essenziali basati sul gioco che hanno dimostrato di favorire lo sviluppo dei bambini. Non si tratta solo di una preferenza pedagogica: gli studi confermano che il gioco è fondamentale per l’apprendimento precoce e lo sviluppo di abilità critiche come il linguaggio e la risoluzione dei problemi”. Eidevald fa parte di un gruppo di accademici che studiano bambini e pedagogia, tra cui Ingrid Pramling Samuelsson, professoressa di pedagogia all’Università di Göteborg, che ha scritto un articolo mettendo in discussione le posizioni e le riforme del governo svedese.
Ancora censure nelle scuole degli Stati Uniti : in Florida sono tantissimi i libri che…
Ormai manca poco all'attesissima pubblicazione del prossimo bando del concorso docenti 2024. Come ha già…
Nella puntata del daytime di oggi, 19 novembre, del talent show Amici, in onda su…
La fotografia delle scuole siciliane, che emerge da una ricognizione effettuata dalla Cgil, non è…
L'USR per l'Umbria ha fornito importanti chiarimenti in merito alla procedura di assunzione e presa…
Le parole del ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, pronunciate durante la presentazione della…