E il direttore Rossi ha pure tenuto a evidenziare, scrive Il Velino, come il sistema educativo sia essenziale allo sviluppo economico anche attraverso il canale di una maggiore legalità. Da molte analisi internazionali e nazionali, anche di economisti di Palazzo Koch, emerge che “l’aumento del livello di istruzione ha un effetto generale di riduzione della propensione degli individui a commettere crimini nell’età adulta” ha spiegato Rossi secondo cui “l’accumulazione di capitale umano – inteso come l’insieme di capacità, competenze, conoscenze, abilità professionali – aumenta il costo-opportunità di commettere crimini e abbassa l’inclinazione al rischio degli individui”. “In Italia, un allungamento del tempo di permanenza a scuola degli adolescenti riduce il tasso di criminalità al Centro-Nord, rischia invece di avere effetti perversi nelle aree più infiltrate dalla criminalità, in cui la stessa scuola può essere luogo di contagio” ha detto ancora il dg di Bankitalia ma “è importante non solo la quantità ma la qualità dell’insegnamento, al cui centro vanno messi i valori civili di buon comportamento nella società”. Inoltre, “l’istruzione favorisce l’accumulazione di capitale sociale, cioè lo sviluppo di attitudini ‘pro-sociali’, quali la fiducia nel prossimo, la reciprocità, l’abitudine a cooperare. Il capitale sociale argina la criminalità”.
Per Rossi occorre inoltre prevedere “una maggior presenza femminile nei ruoli decisionali, in particolare pubblici” perché ciò “può avere effetti positivi sulla diffusione della corruzione”: “Da indagini empiriche – ha chiarito -, le donne risultano tendenzialmente meno soggette al rischio di corruzione”. Rossi ha parlato anche della criminalità organizzata che “distorce il libero mercato”. “Si stima che i costi indiretti (ad es. per assicurazione e sicurezza) e diretti (pizzo) per le imprese del Sud siano pari a due volte e mezzo quelli sostenuti dalle imprese centro-settentrionali – ha osservato -. Esiste un legame empiricamente osservabile tra criminalità organizzata e incentivi pubblici. Più criminalità è presente in un territorio e più incentivi pubblici arrivano: non per maggior merito delle imprese riceventi, ma per cattive decisioni pubbliche, presumibilmente orientate da fenomeni corruttivi. La criminalità organizzata – ha concluso il dg della Banca d’Italia -, oltre a comprimere in generale lo sviluppo economico, ha effetti deleteri su specifici aspetti della vita economica: credito, investimenti esteri, mercato del lavoro”.
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