Il prossimo anno scolastico è alle porte, ed occorre organizzare riaperture e percorsi didattici anche in funzione delle nuove disposizioni varate circa il contenimento del nemico invisibile pronto – ci si auspica in forma lieve – a scuotere il prossimo autunno. Ciò è dovuto ai continui tagli nella formazione, all’allestimento di percorsi universitari con discreta continuità con la professione docente ed una complessiva retorica di tagli alla spesa pubblica per quanto concerne scuola ed istruzione, nonostante le massicce proteste dei sindacati e delle famiglie.
Le problematiche vengono sollevate anche per le questioni fattivamente infrastrutturali: scuole vecchie e costose da mantenere, classi sovraffollate in qualche Cantone che impediscono l’osservanza stratta della normativa anticontagio pronta per il prossimo anno scolastico. Scarseggiano, in ogni caso, i docenti qualificati, specie nei Cantoni strategici come Berna, il quale deve confrontarsi con un 10% di insegnanti che non hanno completato la formazione a cui attingere vista la penuria di personale. Ne consegue una didattica sempre meno qualificata e monitorata.
Il fatto ha destato l’interesse di numerose testate nazionali ed internazionali, visto il lustro concesso al paese sotto il profilo organizzativo. Oltre alla primaria conseguenza già evidenziata, relativa ad una formazione parziale e limitata da questioni meramente burocratiche, è possibile comprendere lo stato degli insegnanti più esperti, questione che adesso, sotto il profilo salariale, interessa anche il Belpaese.
Questi, oltre a provvedere in maniera ufficiosa ed indiretta alla formazione dei più giovani e privi di esperienza, non fanno altro che appesantire un sistema sprovvisto di capitale umano formato al meglio. Non è così in tutti i Cantoni. “Il nuovo anno scolastico inizia con un ulteriore aumento della scarsità di docenti qualificati, una situazione che è più o meno grave a dipendenza della regione”, ha reso noto a Berna Dagmar Roesler, presidente del Sindacato degli Insegnanti della Svizzera Tedesca (LCH).
“Sarebbe spiacevole se la mancanza di personale qualificato venisse aggravata da assenze di lunga durata dovute all’aggravio di lavoro o a dimissioni”, ha aggiunto David Rey, presidente del sindacato dagli insegnanti romandi (SER). L’integrazione degli studenti ucraini costituisce una sfida aggiuntiva, al centro dell’allestimento di un osservatorio dedicato per Cantoni, alla pari di uno stato maggiore nazionale composto da rappresentanti di Confederazione e Cantoni, con l’integrazione di rappresentanti sindacali e del sistema scolastico come richiesto dai docenti, col fine ulteriore di aumentare la cooperazione tra Cantoni al fine di ovviare a situazioni a macchia di leopardo.
La retribuzione dei docenti è strutturata su esperienza, qualifiche, anni di impiego e risultati conseguiti: la fascia retributiva va da 44.000 CHF all’anno (stipendio minimo) a 152.000 CHF all’anno (stipendio massimo), corrispondenti rispettivamente a 45.250 euro e 156.350 euro. La media dei salari si assesta sui 55.000 euro annui, elevatissima rispetto a quella europea, abbattuta dai congelati stipendi dei paesi del Mediterraneo.
Cosa però non porta i ragazzi ed i futuri lavoratori ad interessarsi alla professione docente? In genere la mobilità estrema, la difficoltà a trovare un istituto localizzato nei pressi del proprio domicilio. Inoltre i corsi di aggiornamento provveduti solo parzialmente da istituzioni pubbliche in funzione di quelli offerti da privati dal costo elevatissimo. Restano, in ogni caso, dipendenti dal Cantone di appartenenza, il quale legifera circa i livelli di esperienza e relativo compenso annuo e welfare dedicato ai docenti. Questi ultimi, in particolare, richiedono un approccio più unitario alle assunzioni, alla formazione, al reclutamento ed alla retribuzione.
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