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Swg: un giovane italiano su due è respingente verso gli stranieri

Quasi la metà dei nostri giorni tra i 18 e i 29 anni si dichiara xenofobo o razzista; il 40% invece, in prevalenza ragazze del centro-sud, sembrerebbe molto più aperto all’inclusione. Sono dati che non passeranno di certo inosservati quelli emersi dalla ricerca “Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti”, promossa dalla Conferenza delle Assemblee delle Regioni, nell`ambito delle iniziative del neo Osservatorio della Camera dei deputati sui fenomeni di xenofobia e razzismo, presentato il 18 febbraio a Montecitorio.
Il sondaggio, condotto dalla Swg su un campione di 2.085 giovani, ha evidenziato la presenza in Italia di un universo giovanile spaccato nettamente in due macro-aree: da un lato i sociologi hanno collocato l`area dei giovani chiusi, respingenti. In questo schieramento si colloca il 45,8%, suddivisi in tre sotto-gruppi: i Romeno-rom-albanese fobici (il 15,3%), gli xenofobi per elezione (il 19,8%) e gli improntati al razzismo (che sono il 10,7%). In mezzo, i mixofoci, che sono il 14,5% dei giovani. Dall’altra il fronte aperturista, che include quasi il 39,6% degli intervistati, in cui si trovano tre clan: gli “inclusivi” (il 19,4%), i “tolleranti” (il 14,7%) e gli “aperturisti tiepidi” (il 5,5%).
L’ascesa del livello di intolleranza per la presenza degli stranieri nel nostro Paese è “sentita” anche dagli stessi giovani: il 63% dei 18-29enni, in prevalenza di sesso maschile, sostiene che l’ostracismo sia in crescita; solo per il 29% il livello di razzismo sembra essersi bloccato ed appena l’8% percepisce, invece, una fase migliorativa e, quindi, una diminuzione di atteggiamenti ostili nei confronti del diverso.
Se è vero che più del 45% dei giovani – ha commentato il presidente dei senatori Udc, Gianpiero D’Alia.- manifesta chiusura e xenofobia significa che i modelli culturali e sociali di riferimento sono sbagliati. Una delle cause di questa drammatica situazione – accusa l’esponente centrista – è certamente imputabile alla politica, e ai messaggi discriminatori che una parte di essa quotidianamente instilla nella coscienza dei giovani. E’ necessario su questo fronte – conclude D’Alia – un profondo mutamento di rotta soprattutto nelle fila della maggioranza di Governo“. Ma il problema, temiamo, non è solo quello della politica che non conosce etica.
Non è casuale se oggi, come anche rivelato dalla ricerca, esistono oltre un migliaio di gruppi xenofobi o razzisti. Sempre Swg, tra ottobre e novembre, ha condotto una ricerca proprio su questi raggruppamenti: “ne abbiamo contati un centinaio anti musulmani, 350 anti immigrati alcuni con punte di 7 mila iscritti, 400 anti terroni e napoletani e 300 anti zingari, con fino a 7mila iscritti“, ha spiegato desolatamente il direttore di Swg, Enzo Risso. Confermando che il problema è molto più complesso e difficile da sradicare di quanto si pensi.
Alessandro Giuliani

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