Sabato 22 aprile, presso l’I.C. “A. Manzoni” di Alessandria della Rocca (AG) si è svolta una giornata di formazione per docenti, studenti, genitori ed alunni a cura del Centro Studi “Imparadigitale” di Bergamo.
La manifestazione, ,organizzata dall’Istituto Comprensivo “Manzoni”, ha coinvolto i Comuni dell’Area interna dei Sicani (Alessandria, Bivona, Cianciana, S. Stefano Quisquina, S. Biagio, Calamonaci, Ribera, Burgio, Lucca, Villafranca, Cattolica e Montallegro).
Un evento che ha avuto come obiettivo quello di promuovere l’utilizzo di metodi didattici innovativi all’interno delle scuole, attraverso la condivisione di esperienze tra dirigenti, docenti, studenti e genitori.
La giornata (nella foto, un momento del corso) ha rappresentato una tappa molto importante per i 400 docenti del territorio dell’area interna dei Sicani che vi hanno partecipato, si è svolto all’insegna di workshop, riunioni e dibattiti sulle nuove tecnologie applicate alla didattica e sul senso della scuola in questo momento storico contraddistinto da cambiamenti sociali e nomativi.
Il Tablet school ha rappresentato un momento di formazione ma anche di condivisione di una lunga riflessione metodologica e pedagogica che l’istituto “Manzoni” sta affrontando in questi anni, nei quali il senso della missione istituzionale in un contesto come quello delle aree interne, ha indotto la scuola a destrutturare il tradizionale metodo didattico e tentare di essere innovativi e proiettati verso un nuovo modo di fare scuola.
Se qualche anno fa la domanda pedagogica pregnante che la scuola si poneva sull’utilizzo delle nuove tecnologie verteva sulla possibilità o meno di utilizzarle adesso la scuola ha ben compreso che il nuovo modello di didattica passa necessariamente dalle nuove tecnologie, ma durante il dibattito conclusivo della giornata, è emerso con estrema chiarezza che le tecnologie sono strumentali rispetto ad un fine più alto da raggiungere ovvero l’acquisizione di competenze.
Una scuola che ha riflettuto sul proprio ruolo e che accetta la sfida di essere l’asse portante e strategico della società, prioritario per la coesione sociale, per il progresso civile e per la crescita economica, in cui l’uso delle nuove tecnologie e dei linguaggi più familiari ai ragazzi sia strumentale e funzionale ad una maggiore piacevolezza dello studio e al contempo a restituire ai territori cittadini più competenti.
Inutile dire che la sfida più importante di giorno 22 si è giocata sulla dimostrazione che una realtà geografica assolutamente marginale come l’entroterra agrigentino, per un giorno è diventata Centro, centro di formazione, di innovazione e motore propulsore di riflessione.
Una realtà che ha ridato speranza ad un territorio che fa della scuola l’investimento principale. In un mutato contesto storico e sociale nel quale il ruolo della componente genitoriale si è illanguidito, in cui la società non riconosce l’autorevolezza e l’importanza della funzione docente, giorno 22 ha restituito il volto di una scuola che sa scommettere su se stessa rinegoziando il suo ruolo, provando a definire nuovo confini e pronta a partire anche dall’estremo Sud della Penisola.