Dopo i sindacati e l’opposizione cominciano ad arrivare anche dalle istituzioni locali le proteste contro la decisione del Miur di abbattere del 25% i contratti, anche già sottoscritti, che assicurano i servizi di pulizia delle scuole attraverso appalti esterni quasi sempre stipulati con delle cooperative: a Taranto il primo cittadino, Stefano Ippazio, ha scritto una lettera al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, per chiedere una deroga per la sua città riguardo al provvedimento.
Secondo il sindaco pugliese la decurtazione prevista da viale Trastevere avrebbe un duplice effetto: aggravare la disoccupazione nel capoluogo di provincia pugliese, con tutte le conseguenti problematiche sociali e umane, e mettere a serio rischio l’attività scolastica sino a comprometterne il diritto allo studio: “nelle scuole tarantine – si legge nella lettera che Ippazio ha inviato al ministro ma anche reso pubblica – oggi lavorano 800 addetti alle pulizie per cui i riflessi di un taglio ai già miseri salari o eventuali licenziamenti metterebbero le rispettive famiglie sul lastrico. Inoltre, le scuole versano in uno stato precario di igienicità, per cui come sindaco responsabile della sanità nella mia città sarei costretto a chiuderle negando il diritto allo studio a migliaia di studenti“.
La giunta di Taranto ha già verificato l’alternativa ai tagli agli organici del personale impegnato nelle pulizie scolastiche: ridurre di un quarto la portata dei contratti significherebbe infatti produrre “un centinaio di esuberi” oppure procedere al “taglio del monte orario giornaliero per l’impiego del personale a quasi un’ora al giorno per ciascun addetto, una misura umiliante per chi deve vivere di questo lavoro”. Una soluzione, quest’ultima, che avrebbe il sapore della beffa per del personale che mediamente percepisce degli stipendi a dir poco ridotti: in media non oltre 700-800 euro al mese.
Al fine di evitare che l’applicazione dei tagli, comunicati attraverso la discussa circolare ministeriale del 14 dicembre scorso, con oggetto “indicazioni riepilogative per il Programma annuale delle istituzioni scolastiche per l’anno 2010”, porti “alla chiusura delle scuole“, il sindaco ha quindi chiesto al ministro Gelmini di adottare “una deroga per Taranto rispetto al provvedimento nazionale di decurtazione degli orari, tenendo conto della peculiarità tarantina“. Per viale Trastevere le priorità in questo momento sono altre: utilizzare i fondi risparmiati dal taglio delle pulizie (si stima oltre 350.000 euro a fronte di 1,5 miliardi di euro complessivi) “girandoli” su altri capitoli di spesa, quali “supplenze, funzionamento ed esami di Stato” sempre più sofferenti a causa delle restrizioni imposte dal Mef. Un problema sempre più impellente, al punto da far passare l’igiene ed il sostentamento di migliaia di famiglie (nella situazione di Taranto vi sono quasi tutte le province d’Italia) in secondo piano.