Continua il percorso del Governo per la messa a punto di una prima bozza della legge di bilancio per il 2019.
Per ora poco o nulla trapela sulle misure che concretamente potrebbero riguardare la scuola anche se, all’orizzonte, si profila un ridimensionamento dei posti di sostegno.
E’ vero che si parla di dare avvio all’organico di potenziamento nella scuola dell’infanzia (potrebbero essere in ballo 120-150 milioni di spesa, ipotizzando la creazione di un primo contingente di 3-4mila insegnanti).
Altri 150 milioni potrebbero essere stanziati per aumentare l’organico della primaria in modo da assegnare alle regioni del sud gli organici necessari per realizzare un po’ di classi a tempo pieno.
Ma, per il momento, non è ben chiaro da dove potrebbero essere ricavate le risorse per realizzare queste due misure anche se il vicepresidente Di Maio parla di “taglio degli sprechi”.
Per quanto riguarda la scuola è difficile però capire dove si possano annidare gli sprechi, a meno che il Governo non abbia in mente un’altra idea e cioè quella di rivedere gli organici del sostegno cercando di mettere un freno ai posti in deroga, introducendo nella legge di bilancio una norma che preveda di eliminare le disparità che oggi esistono a livello territoriale.
Attualmente, infatti, il rapporto fra docenti specializzati e alunni disabili è molto disomogeneo: ci sono province in cui il rapporto è di 1:2 (alle volte anche 1:2,5 e persino 1:3) e altre province in cui siamo prossimi al rapporto 1:1.
Nella legge di bilancio potrebbe essere inserita una norma che preveda un rapporto invalicabile di 1:2 su tutto il territorio nazionale e per ogni provincia. Una misura del genere potrebbe essere presentata con una “razionalizzazione” dell’esistente ma di fatto consentirebbe un risparmio non del tutto disprezzabile e certamente sufficiente per “pagare” sia un po’ di tempo pieno al sud sia il potenziamento nell’infanzia.
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