Attualità

Tagli alla scuola e “stretta” sulla condotta, studenti portano catene, scotch e bende davanti al Ministero: Istruzione collassata e sotto scacco

Nel pomeriggio di venerdì 25 ottobre sei studenti si sono incatenati sulle scale del ministero dell’Istruzione e del Merito, si sono bendati e hanno messo uno scotch sulle labbra “per esprimere una forte opposizione alle politiche del ministro Valditara”. In un secondo momento hanno simbolicamente sciolto le catene e, dopo essersi alzati, hanno acceso due fumogeni. L’iniziativa, organizzata dall’Unione degli studenti, Rete della Conoscenza e Link – Coordinamento universitario, si è svolta mentre alle spalle dei ragazzi dei cartonati componevano la data del 15 novembre, giornata simbolo da anni della protesta studentesca e che anche quest’anno produrrà manifestazione e uno sciopero nazionale ad opera sempre degli studenti.

Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Uds, ha spiegato i motivi della contestazione: “La nuova legge di bilancio va ulteriormente a definanziare l’istruzione. Quella pubblica al momento è a collasso e sono necessari interventi e piani strutturali di investimento, dall’edilizia ai trasporti al materiale scolastico. Invece il governo continua a tagliare, lo fa sulla scuola, lo fa sulla sanità, lo fa sui trasporti, lo fa su tutti i servizi pubblici, in maniera coerente anche alle politiche dei governi passati”.

A proposito della ‘stretta’ sulla condotta a scuola, con la nuova legge approvata lo scorso 16 ottobre e in vigore a fine mese, Martelli ha detto secondo l’Uds si tratta di “una delle riforme del ministro Valditara che ha fatto più rumore, ma in realtà è una riforma che è all’apice di politiche relative all’istruzione che vogliono andare a imprimere una svolta autoritaria, vogliono silenziare il dissenso all’interno delle stesse scuole anche andando a punire chi disobbedisce all’interno di esse”.

Le catene e lo scotch utilizzati davanti il Ministero, ha spiegato Martelli, hanno voluto rappresentare i simboli di “un’opposizione soprattutto verso le politiche repressive. Quindi pensavamo fosse importante dare un segnale anche dal punto di vista degli studenti: non solo vogliamo opporci a un ddl di questo tipo, ma siamo pronti anche ad opporci tramite la mobilitazione e tramite qualsiasi forma di lotta che abbiamo a disposizione”.

Alessandro Giuliani

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