Sulla questione dei paventati tagli alle spese delle scuole sono intervenuti nelle ultime ore Francesco Scrima (Cisl-Scuola) e Mimmo Pantaleo (Flc-Cgil).
Molto pacato l’intervento di Scrima.
“Eliminare gli sprechi – afferma il segretario nazionale della Cisl – è doveroso, ma lo è altrettanto assicurare al Paese un servizio pubblico di qualità. La scuola ha pagato un prezzo salatissimo, negli ultimi anni, per il risanamento del bilancio dello Stato, difficile pensare che le si possa sottrarre ancora qualcosa”.
All’attacco invece Mimmo Pantaleo che dichiara: “Il governo sta per varare un nuovo piano di tagli sulla scuola. Questa volta l’affondo lo farebbe nei confronti delle spese di funzionamento e delle segreterie che sarebbero gestite “ a mezzo ” tra più istituti. Il risparmio annunciato sarebbe di circa un miliardo di euro”.
L’accusa nei confronti dell’esecutivo è pesante: “Si vorrebbe sostenere che questi tagli servono a migliorare l’efficienza del servizio e non sono lineari. Non è vero perchè l’unico scopo è proseguire con la demolizione della scuola pubblica in perfetta continuità con il Governo Berlusconi”.
Su questo stesso punto la Cisl è più morbida: “Ci preoccupano molto le ipotesi non meglio precisate di un accorpamento dei servizi amministrativi, specie se ciò significasse immaginare molte scuole facenti capo a un unico ufficio di segreteria. Un’idea sbagliata, frutto di un approccio burocratico in cui si travisa la natura dei servizi amministrativi che, insieme alla progettazione e gestione della didattica, fanno da supporto alla scuola dell’autonomia”.
Secondo Pantaleo di fronte alle richieste di investire su scuola e ricerca “il Ministro e il Governo fanno orecchie da mercante e invece di assumersi la responsabilità di intervenire per arginare lo sfacelo che c’è nelle scuole sembrano indifferenti all’ostilità mostrata da alcuni direttori generali del ministero della Pubblica Istruzione che, anziché lavorare per il bene della scuola pubblica ne complicano la gestione quotidiana, come dimostra l’ultima circolare sul pagamento delle supplenze”.
“E’ evidente – conclude la Flc – che da un Governo liberista, che intende smantellare l’intervento pubblico, ridurre i diritti dei lavoratori e privatizzare i beni comuni, non ci si può attendere nulla di positivo per il benessere delle persone e per garantire una maggiore giustizia sociale”.
E poi l’avvertimento finale: “Se le misure annunciate non verranno ritirate, ci saranno azioni di protesta e di mobilitazione fino allo sciopero”.
Se davvero i tagli di cui si parla dovessero realizzarsi appare un po’ improbabile che Cgil e Cisl riescano a mettere in atto un’azione comune e questo potrebbe di fatto facilitare il compito dell’esecutivo. Ma per ora è ancora presto per fare previsioni anche perché non si sa neppure in che misura la scuola dovrà contribuire ai risparmi (ma la cifra di un miliardo di euro di cui parla la Flc appare irrealistica, dal momento che essa corrisponde esattamente all’intera spesa per beni e servizi sostenuta dal Miur, sedi periferiche e istituzioni scolastiche comprese).