Come abbiamo scritto in precedenza, il bilancio pubblico riclassificato per “azioni politiche” che viene allegato al disegno di legge di bilancio 2019 e rende in modo evidente le scelte operate con la manovra, cioè come i nuovi stanziamenti e i tagli alla spesa necessari per finanziarli modificheranno il bilancio del prossimo triennio.
La questione ha scatenato una polemica fra chi nega il taglio alla scuola e chi invece la conferma. Il Miur, è intervenuto, precisando che non è previsto alcun taglio.
Non è di questo ultimo avviso Mila Spicola, Presidente Associazione Sottosopra-Visto da Sud, che dichiara: “Il taglio di 4 miliardi al comparto Istruzione c’è e riguarda varie voci, non solo il sostegno, come risulta dalla tabella allegata alla legge di bilancio approvata a dicembre e che allego sotto. Dalla tabella, che ciascun cittadino può leggere, essendo una legge dello Stato pubblicata in Gazzetta Ufficiale, si evince come la spesa per l’Istruzione si riduce, a legislazione vigente, di 4 miliardi nel triennio, cioè di circa il 10%”.
“Nella prima riga della tabella, continua Mila Spicola, si legge chiaramente come si passa da 48,3 di spesa complessiva nel comparto Scuola, a 44,4 miliardi nel giro di tre anni, con una riduzione delle risorse in più settori, ad esempio per l’istruzione primaria e per quella secondaria. La voce che subirà i maggiori tagli sarà effettivamente quella dei fondi per i docenti di sostegno. Di contro, sempre nelle tabelle della legge di bilancio si legge come la spesa per spese previdenziali (determinata dalle necessità di Quota 100) crescerà tra il ‘19 e il ‘21 di 4 miliardi. Le politiche previdenziali, infatti passano da 96 a 100 miliardi di risorse complessive destinate a quel comparto tra il ‘19 e il ‘21. Qualcuno potrebbe anche dire che le minori spese per l’Istruzione derivano anche da “razionalizzazioni” conseguenti il calo demografico degli studenti nei prossimi tre anni. Io dico: da Roma in giù gli studenti non hanno praticamente tempo pieno nella scuola primaria e non hanno quasi posti ai nidi, perchè non destinare i risparmi di spesa a questo? Come sappiamo tutti entrambe le due cose, assenza di nidi e di tempo pieno – o compresenze, visto che la Destra di Lega e Berlusconi le tagliò, ma almeno allora lo ammise -, determinano una mancata azione di compensazione educativa a fronte dei ritardi di contesto maggiori per quegli studenti, e lo dico alla vigilia dell’annuale rapporto sui rendimenti rilevati con l’Invalsi, che ancora una volta sancirà i divari nei rendimenti quando continuiamo a non opporre a tali divari azioni compensative di sistema, quali sono appunto una pari offerta educativa”.
“Sono legittime scelte politiche. Ma vanno evidenziate per quello che sono: tagli alla Scuola per finanziare le Quote100, prosegue l’ex candidata alle elezioni europee per il partito democratico. Va evidenziato se un governo vuole investire per far cassa subito in termini di consenso, con misure di cortissimo respiro e che sono solo spesa e non investimento, o se vuole investire su spese per la crescita vera, anche se sono spese “invisibili per gli invisibili”, su cui difficilmente si capitalizza elettoralmente”.
“Tali sono le spese educative per l’infanzia e il ciclo primario, specie se riguardano bambini del Sud, i cui adulti di riferimento sono tradizionalmente meno interessati all’offerta di nidi e di tempo scuola, quando invece sono determinanti sui livelli di rendimento e dovrebbero interessare eccome il Paese intero. Gli investimenti sul capitale umano più sono precoci più sono fruttuosi, lo dicono anche gli economisti, non solo i pedagogisti. Ma a questo governo non interessa”, insiste Mila Spicola, che rincara la dose in conclusione: “sono invece scelte politiche lungimiranti e che fanno l’interesse di un Paese, non tagliare, investire, ma soprattutto mantenere dentro il comparto Scuola gli eventuali “avanzi di spesa” e destinarli dunque a rendere equa l’offerta formativa, come da Costituzione, quale oggi non è, oppure ad altre azioni necessarie e urgenti per l’efficienza del Sistema d’Istruzione. E invece no, le Destre, come loro abitudine, e come hanno fatto di nuovo adesso Lega e 5 Stelle votando quella legge di bilancio, malati di presentismo e propaganda a fini elettorali, fanno nuovamente cassa sulla Scuola tagliando 4 miliardi, o sulla Sanità, tagliata anch’essa di 2 miliardi, minando lo Stato Sociale, per finanziare provvedimenti che nulla portano in termini di sviluppo e di crescita, come hanno evidenziato gli stessi documenti di governo”.
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