Ci sarebbe anche la scuola tra i comparti pubblici che devono aiutare il Governo a scongiurare la procedura d’infrazione di Bruxelles all’Italia a causa dei suoi conti pubblici in rosso. A sostenerlo è il Partito Democratico, dopo avere visionato “quanto il Premier Conte ha messo nero su bianco nella lettera inviata a Bruxelles per evitare la procedura di infrazione per debito eccessivo”.
“Per rimediare agli errori di bilancio fatti in questo anno il Governo di Salvini e Di Maio sta per tagliare 631 milioni di euro per la competitività delle imprese, 100 milioni per l’istruzione, ricerca e università, di cui solo 30 milioni per il diritto allo studio, 300 milioni al trasporto pubblico locale, 150 milioni alla difesa e alla sicurezza del territorio. Solo per citare alcuni dei tagli lacrime e sangue che si abbatteranno sugli italiani e sul sistema produttivo italiano”, ha scritto la vicesegretaria del Pd Paola De Micheli.
“Dopo aver portato l’Italia in stagnazione con una Legge di Bilancio totalmente sbagliata e dopo aver fatto salire il debito pubblico fino a 93.000 euro a famiglia, il Governo di Salvini e Di Maio si prepara a tagliare con l’accetta la spesa pubblica: meno sanità, trasporto locale, istruzione, tagli alle politiche sociali, meno sostegno alle piccole e medie imprese”, sentenzia il responsabile economico del Pd Antonio Misiani.
L’economista democratica poi aggiunge: “Hanno fatto i gradassi con l’Ue, hanno sperperato denaro pubblico per politiche insostenibili e ora mettono le mani nelle tasche dei cittadini e delle imprese. Nonostante le chiacchiere dei mesi scorsi si preparano ad una vera e propria manovra lacrime e sangue: l‘antipasto sono i 2 miliardi di tagli dell’assestamento, il grosso arriverà in autunno. Tutto questo porta la firma di Matteo Salvini e Luigi Di Maio”.
Sui sacrifici chiesti agli italiani si esprime anche il segretario Pd Nicola Zingaretti, via twitter.
“Si scrive flat tax ma si legge tagli: meno sanità, meno sicurezza, meno istruzione, tagli alle pensioni, alle imprese, al trasporto pubblico. La colpa non è dell’Europa ma di questo Governo. Noi vogliamo più lavoro, più investimenti, più servizi”, taglia corto Zingaretti.
Qualora la denuncia del Partito democratico dovesse essere confermata, diventa dunque sempre più improbabile che la prossima legge di Bilancio contenga delle risorse per aumentare stipendi del personale e rilanciare il settore.
Come si affosserebbe in partenza l’idea di un incremento complessivo della spesa pubblica a favore dell’Istruzione rispetto al Prodotto interno lordo, oggi già indietro di diversi punti rispetto alla media dei Paesi dell’Unione Europea.
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