Sempre più spesso, i minori diversamente abili salgono alla ribalta dei mass media, della società civile. Il progetto dichiarato è di evitare loro una vita di esclusione. A cominciare dalla scuola.
Le ultime leggi finanziarie, però, non vengono incontro, né in termini quantitativi, né qualitativi, alla domanda degli studenti portatori di handicap, e delle loro famiglie che ne chiedono l’inserimento, a scuola, con gli insegnanti di sostegno.
Per i tagli alla spesa pubblica, però, le cattedre di sostegno vengono ridotte, a fronte di aumentate iscrizioni, soprattutto nelle scuole superiori.
Laddove la riduzione non è assoluta, è realizzata in termini relativi.
Come nel Friuli dove, da settembre, il numero di alunni con fattore H aumenterà di 89 unità; la Direzione Regionale ha previsto solo 14 cattedre in più.
La Flc Cgil, mette in evidenza come i calcoli del Ministero, per l’assegnazione di cattedre di sostegno, siano fatti su un numero di studenti che non corrispondono alla realtà delle iscrizioni.
Le proteste dei sindacati della scuola arrivano da altre regioni.
In Piemonte, i confederali denunciano “lo stato di grave crisi istituzionale in cui versa la scuola piemontese ” per la grave carenza di posti di insegnanti di sostegno.
Se non verranno accolte le loro richieste, promettono lo stato di agitazione, a partire da settembre, non escludendo il ricorso alla magistratura.
Afferma Enzo Pappalettera , segretario regionale della Cisl: “Avvieremo tante cause civiche quante saranno le situazioni di difficoltà interne ad ogni singolo istituto”.
Anche Associazioni di genitori offrono assistenza e patrocinio legale gratuito.
Sostiene il Coordinamento Genitori-Tutti a Scuola:
“Quello del magistrato sarà un giudizio d’urgenza ex articolo 700. La sentenza è prevista entro trenta giorni dalla presentazione del ricorso. Nel caso in cui venisse accolto, l’autorità giudiziaria imporrà all’amministrazione pubblica di procedere all’integrazione delle ore di studio per l’alunno disabile nella scuola di appartenenza.”.