Sarà il Sud a pagare il prezzo più salato a seguito dei 42.102 tagli di posti da insegnante ufficializzati la settimana scorsa con la circolare ministeriale n. 38 e con il corrispondente decreto interministeriale sulla determinazione degli organici per il 2009/2010: circa la metà dei posti che dal 1° settembre non esisteranno più riguarderà infatti il Meridione e le Isole. Un dato, in linea del resto con l’andamento degli ultimi anni, che si deve principalmente a due fattori: da una parte la sensibile riduzione del numero di iscritti, conseguente al calo demografico registrato al Sud nell’ultimo decennio; dall’altra la concentrazione degli alunni e studenti stranieri (con le rispettive famiglie per ovvi motivi di lavoro) nei capoluoghi del Centro ma soprattutto di tutto il Nord, province comprese.
Complessivamente, sommando tutti gli ordini di scuole, a livello regionale la zona che perderà più insegnanti sarà la Campania, con 6.180 posti tagliati, seguita dalla Sicilia con 5.512. Significativo che, a livello di scuola primaria, sempre la Campania perda da sola quasi lo stesso numero di docenti (1.844) di tutto il Nord Italia (1.915). Se si esclude il Sud la Regione più penalizzata sarà invece la Lombardia, dove complessivamente tra pochi mesi non ci saranno più, rispetto all’organico di oggi, ben 4.874 posti. Pesante anche il tributo della Puglia (3.999) e del Lazio (3.211).
Tra le Regioni meno coinvolte nella manovra di razionalizzazione degli organici figurano (oltre a Molise, Umbria e Basilicata, che perderanno rispettivamente 362, 571 e 727 cattedre) anche alcune Regioni abbastanza estese come il Friuli e la Liguria, dove l’organico dei prof si ridurrà appena di 641 e 791 posti.
Il piano dettagliato dei tagli, su tutti e tre gli ordini scolastici, suddiviso per ogni Regione, è stato riassunto e commentato duramente dall’Anief: “siamo pronti a ricorrere al Tribunale amministrativo per impugnare questa circolare sugli organici – ha dichiarato il Presidente Marcello Pacifico – e con l’occasione ribadiamo la piena attuazione della Legge che ha previsto entro il prossimo anno l’incremento dell’organico di diritto di sostegno e un piano di 150.000 di immissioni in ruolo”.
Catastrofico anche il giudizio della Flc-Cgil, che reputa “inaccettabile la forte penalizzazione di alcune Regioni, in particolare del Sud, e di tutti quei territori, spesso all’interno anche della stessa regione, che già oggi sono disagiati e carenti dal punto di vista delle strutture e dei servizi di supporto (trasporti, mensa, edilizia scolastica). La manovra – continua il sindacato di Pantaleo – colpisce soprattutto chi già oggi è maggiormente privato di risorse rispetto ad altri. E questo comporterà un inevitabile peggioramento della qualità dell’istruzione e del diritto allo studio. Insomma, chi già poco ha, ancora di meno avrà!”.
A livello di classi di concorso, invece, quelle che per la Uil Scuola rischieranno maggiormente di essere falcidiate (mettendo in crisi anche la permanenza nelle scuole di titolarità di molti docenti di ruolo), a seguito della riduzione del monte orario settimanale e della riconduzione obbligatoria di tutte le cattedre a 18 ore, riguardano i docenti di Lettere nella scuola secondaria di primo grado (dove si prevede l’abbattimento di 9.500 insegnanti) e di Tecnica (sempre nella ex scuola media) dove si dilegueranno 2.500 posti.