Su Wikipedia possiamo leggere: “Le autonomie scolastiche sono 8.639 (dati Miur per l’a.s. 2013/2014), tuttavia, a seguito dei nuovi parametri sull’assegnazione dei dirigenti e dei direttori amministrativi, solo le istituzioni scolastiche con un numero di studenti superiore a 600 (ridotto a 400 per le scuole site in comunità montane o piccole isole) possono vedersi assegnare vertici titolari: gli istituti sottodimensionati verranno assegnati a dirigenti e direttori reggenti, già titolari in un’altra istituzione. Le istituzioni scolastiche sottodimensionate sono pari a 590 pertanto la dotazione organica dirigenziale risulta di 8.193 unità complessive per l’a.s. 2013/2014“.
Oggi Carlo Cottarelli, detto non molto amorevolmente Mr. Forbici, l’ennesimo “mago della pioggia” evocato dal governo delle larghe intese per tagliare la spesa pubblica, ricomincia da dove era arrivato Enrico Bondi. In altre parole il nuovo manuale del rigore lo scriveranno, sotto la sua supervisione, venticinque commissioni.
Una di queste tratterà anche del nuovo ridimensionamento delle cattedre di presidenza. Le notizie, ancora ufficiose, parlano di un probabile taglio pari al 10% dei posti da dirigente scolastico, pronosticando su tutto il territorio nazionale accorpamenti e aggregazioni di istituti scolastici. Al di là di fiducie e scetticismi, quel che ha distinto il primo approccio di Cottarelli, compreso quello riguardante il mondo della scuola, è stata la conferma del metodo analitico-statistico di chi, dalle vette del Fondo monetario internazionale, non deve prendere decisioni ma solo tracciare descrizioni. Descrizioni che per le future autonomie scolastiche non si prevedono rosee.
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