Ci voleva il ventilato taglio dei fondi per il MOF per mettere (quasi) d’accordo Flc-Cgil e Anp.
Il sindacato di Rembado, unitamente all’Anquap che associa soprattutto i DSGA, intende “opporsi decisamente all’ipotesi, ventilata da più fonti, di decurtare ulteriormente il salario accessorio del comparto scuola”.
“Se questo avvenisse effettivamente – aggiunge l’Anquap – le organizzazioni sindacali e lo stesso MIUR sarebbero responsabili di un serio attentato all’autonomia scolastica ed alla possibilità di migliorare la qualità del servizio scolastico attraverso la imprescindibile leva dell’incentivazione economica”.
Per parte sua la Flc-Cgil ha già fatto sapere da tempo di essere contraria alla riduzione del fondo di istituto; d’altronde già lo scorso anno il sindacato di Mimmo Pantaleo non aveva sottoscritto il Contratto nazionale con cui venivano attribuiti gli scatti stipendiali attingendo però alle risorse per il MOF che, infatti, sono state ridotte complessivamente di poco meno 350milioni di euro (275 di fondo di istituto e 65 di altre voci).
In Piemonte i dirigenti scolastici della Flc-Cgil hanno anche sottoscritto un documento con il quale chiedono al Ministero di conoscere al più presto l’entità delle risorse disponibili (nei giorni scorsi, a livello nazionale, gli altri sindacati del comparto scuola avevano invece chiesto al Miur di attendere i dati del MEF sui risparmi derivanti dalla legge 133/08 per poter aprire la discussione sulle modalità di riconoscimenti degli scatti stipendiali.
La situazione, insomma, è molto complicata perché si tratta da un lato di garantire gli aumenti di stipendio legati all’anzianità e al tempo stesso un adeguato riconoscimento a chi si impegna maggiormente.
Per uscire dall’impasse l’Anp propone di chiudere una volta per tutte con retribuzioni legate all’anzianità per aprire finalmente ad una carriera del personale docente che faccia riferimento al merito
Ma questa è una strada tutta in salita perché i sindacati del comparto scuola non sono del tutto convinti di questa ipotesi.
Un fatto è certo: a questo punto le risorse del FIS ammontano a 762milioni di euro; se verranno nuovamente decurtate di altri 275milioni come lo scorso anno, la contrattazione di istituto avrà poco significato.
Non solo, ma bisogna mettere in conto che, di questo passo, fra un anno il fondo risulterebbe praticamente azzerato. Con quali conseguenze sulla qualità dell’offerta formativa è difficile prevedere.
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