Antonio Tajani (Forza Italia), vicepremier e ministro degli Esteri del Governo Meloni
“Non vogliamo gli Stati Uniti d’Italia, l’Italia federale, ma gli Stati Uniti d’Europa”: così il vicepresidente del Consiglio, ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani al convegno “Una bussola per la competitività europea” organizzato dal partito a Firenze.
“Noi in Europa dobbiamo costruire, non abbiamo bisogno di sfasciacarrozze, abbiamo bisogno di donne e uomini di buon senso che facciano una buona politica per proteggere l’interesse di mezzo miliardo di persone, fra i quali ci siamo noi”.
Dopo avere rafforzato l’idea che l’identità dell’Italia è l’Europa, con la sua storia e la sua civiltà, si è intrattenuto sulla guerra dei dazi e sull’alleanza strategica con gli Stati Uniti d’America, per toccare infine la “riforma alla cittadinanza per diritto di sangue.
Quest’ultima è una disposizione di legge, che non cancella il principio dello ius sanguinis, ma lo ridefinisce, per cui solo i discendenti entro la seconda generazione – cioè coloro che abbiano almeno un genitore o un nonno nato in Italia – potranno ottenere automaticamente la cittadinanza italiana.
Una legge con cui, dice Tajani, vogliamo dire “basta alle truffe” e impedire che i nostri consolati siano costretti a “occuparsi di finti cittadini, o finte persone che vogliono diventare cittadini italiani solo perché vogliono avere un passaporto e non perché sono attaccati all’Italia. Essere cittadini italiani è una cosa seria. Vogliamo che ambasciate e consolati lavorino per gli italiani e le nostre imprese e non per opportunisti che vogliono avere il passaporto italiano”.
Ha fatto dunque due riferimenti importanti Tajani: uno relativo all’Autonomia differenziata: “Abbiamo l’Italia, ce la teniamo così com’è e va benissimo” e l’altra sulla riforma della cittadinanza per “dire basta alle truffe”, ma aprendo, pare di capire, alla cittadinanza per gli extracomunitari, secondo la sua proposta di assegnarla dopo un intero ciclo di studi.
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