Sul Protocollo sicurezza per la ripartenza settembre delle lezioni, la partita rimane apertissima. Soprattutto perché c’è una “discrepanza” tra quanto detto dal ministero dell’Istruzione e il testo del Protocollo sulla sicurezza, nella parte che riguarda i tamponi gratuiti ai non vaccinati. A dirlo – dopo le dure esternazioni della Flc-Cgil – è anche il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, che si sofferma su un fatto inequivocabile: nel documento “non c’è alcun riferimento al personale impossibilitato a vaccinarsi e si dà per scontato che gli esami diagnostici siano rimborsabili a tutti i dipendenti, senza distinzioni, a spese delle risorse erogate alle scuole”.
Inoltre, sempre Giannelli ricorda che “è previsto dalla normativa in vigore che i soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica siano esenti dall’obbligo di esibire il Green pass”. Quindi, in tal caso la precisazione di Bianchi sarebbe stata quasi tautologica.
Le parole del presidente Anp non sono da poco, perché giungono dal leader di una delle associazioni sindacali che non hanno sottoscritto l’accordo e che sarebbe ben lieto di non vedere rimborsare i tamponi ai docenti e Ata no vax.
Cosa dobbiamo aspettarci? Ad oggi, scrive l’Ansa, non sono state calendarizzate altre convocazioni ma tra i firmatari del documento c’è chi avverte: “non aggiustiamo nulla.
Di certo, spiega Maddalena Gissi, segretaria Cisl Scuola, il ministero dell’Istruzione “deve convocare i tavoli previsti dal l’accordo esclusivamente con i sottoscrittori del protocollo come si fa da sempre”.
In difesa della posizione di Bianchi si erge Pino Turi, numero uno della Uil Scuola, secondo il quale “un ministro che si confronta con il sindacato e nell’ambito della norma trova elementi di gestione positiva, avanzata, democratica e di partecipazione” è “motivo di apprezzamento e non certo di biasimo”.
Se si vuole tornare indietro rispetto agli impegni sottoscritti, aggiunge Turi, “lo capiremo in sede di attuazione e gestione del protocollo e non inseguendo le dichiarazioni. In questo caso assumeremo di conseguenza le necessarie azioni di contrasto, per difendere l’accordo”.
Intanto c’è chi, come la Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, che sollecita tamponi gratuiti per ottenere la certificazione verde: “molti docenti saranno costretti a sottoporsi a un tampone ogni 48 ore per verificare di non essere affetti da Covid. Coloro che non saranno nelle condizioni di esibire il green pass rischiano la sospensione dallo stipendio, per questo pare ingiusto che i costi di un obbligo sanitario, imposto relativamente alla propria posizione lavorativa, vengano addebitati al dipendente”, precisa il sindacato provinciale.
Rimane poi da risolvere il problema dei trasporti, che nelle città non potranno portare a scuola gli studenti tutti nello stesso orario.
“Ho ascoltato il ministro Giovannini fare un resoconto molto puntuale affermando che il servizio è migliorato per fare fronte all’esigenze degli studenti: non nascondo che su questo punto ho qualche titubanza ma dobbiamo aspettare la prova dei fatti”, ha precisato il presidente di Anp, Antonello Giannelli.
La proposta è di approntare delle linee bus dedicate alle scuole: due o tre corse nelle fasce di orario critiche, tra le 7 e le 8 del mattino e tra le 13 e le 14.
Secondo Beatrice Lorenzin e Flavia Piccoli Nardelli, del Pd, “abbiamo la necessità per i ragazzi che vanno a scuola con i mezzi pubblici che siano vaccinati. Non possiamo permetterci un altro anno in Dad”.
“Per questa ragione – dicono le dem -, non solo tutto il personale scolastico deve essere vaccinato, ma dobbiamo anche puntare sul tracciamento, utilizzando, quindi, tutte le tipologie di tamponi disponibili, tra cui quelli salivari per i più piccoli”.
Durissima, infine, è la posizione espressa dal segretario nazionale Ugl Scuola, Ornella Cuzzupi, sul Protocollo governo-sindacati: la sindacalista parla di “un’operazione demagogica che nulla aggiunge al vuoto assoluto messo in campo in questi mesi per la scuola. Non è la gratuità o meno dei tamponi in discussione, bensì la discutibile, intera, gestione di tutta la vicenda legata al contenimento della diffusione del contagio epidemico che rimane inevasa”.
“Nulla è stato fatto – sostiene l’Ugl – per garantire il distanziamento, nulla è stato fatto per l’eliminazione delle classi pollaio, ancora nulla è stato fatto per dare un senso concreto alle raccomandazioni e ai propositi che rimangono parole nell’aria”.
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