“È inaccettabile sottrarre risorse alla collettività per pagare i tamponi a chi, in forza di una mera scelta ideologica, rifiuta il vaccino. Peraltro, chi rifiuta il vaccino corre un rischio molto più alto di occupare le corsie e i reparti di terapia intensiva degli ospedali, pregiudicando le cure nei confronti dei cittadini affetti da patologie diverse dal COVID-19”.
A dirlo è l’Associazione Nazionale Presidi (ANP) che con comunicato stampa dell’8 settembre interviene sulla mancata firma del protocollo di sicurezza a scuola.
“Un protocollo di sicurezza – scrive l’ANP – dovrebbe essere un atto contenente regole di condotta volte a garantire l’incolumità dei lavoratori e, come tale, non dovrebbe fissare obbligazioni di natura economica. Tornando alle vicende relative al Protocollo del 14 agosto, ricordiamo che dette obbligazioni non erano presenti nel testo proposto dall’Amministrazione il 12 agosto scorso, sulla cui sottoscrizione c’eravamo infatti espressi favorevolmente. Tali obbligazioni, invece, sono improvvidamente comparse nel testo del 13 agosto pomeriggio, provocando la nostra decisione di non sottoscrivere il protocollo. Riteniamo, infatti, che con i tamponi “gratuiti per tutti” si disattenda lo spirito del D.L. 111/2020 e si contravvenga al principio etico da noi posto”.
L’ANP continua: “riteniamo che non si debba fare confusione tra le due diverse finalità del tampone: in un caso, esso è funzionale all’ottenimento del Green pass in alternativa alla vaccinazione; nell’altro, è uno strumento di screening a cui dovrebbero essere sottoposti vaccinati e non. Solo in questo secondo caso la gratuità dei tamponi può essere giustificata ma il costo dovrebbe allora gravare sul sistema sanitario e non già sulle scuole. All’interno del protocollo avrebbe anche potuto trovare spazio logico una simile previsione, non certo quella riguardante i tamponi gratuiti erga omnes”.
E conclude: “È precisa responsabilità dell’Esecutivo prendere posizione, in tempi rapidi, su questi aspetti”.
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