La Tecnica della Scuola ha intervistato la dirigente scolastica Giovanna Mugione, a capo dell’Istituto Comprensivo “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Afragola: si tratta di una scuola che, in un territorio dove la dispersione scolastica è particolarmente alta, ha realizzato importanti progetti di recupero organizzando corsi professionali – come operatore informativo ed estetista – che hanno riportato in classe 60 alunni che avevano abbandonato gli studi. Secondo la ds per combattere la dispersione scolastica servono però anche “più forze del territorio, in modo tale che quello che noi facciamo a scuola non venga disperso”. Inoltre, ha aggiunto, occorre “coinvolgere le famiglie”, perchè “molto spesso i genitori si sentono un po’ anche docenti”, probabilmente perché “non hanno ben compreso che il loro ruolo deve essere ben distinto”.
“Questi genitori, anche giovanissimi, devono essere guidati in questo percorso, soprattutto attraverso la scuola. Ad Afragola – ha detto ancora la ds – abbiamo cercato di coinvolgere quei genitori che stanno sempre fuori le scuole a criticare i docenti, portandoli dentro, facendogli vivere e vedere quant’è difficile gestire una classe turbolenta e insegnare loro le discipline. Noi abbiamo bisogno del loro aiuto”.
La preside, che ha iniziato la carriera scolastica nel 1984 vincendo il concorso nella scuola dell’infanzia, ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1992: “Ho iniziato ad insegnare a Caivano e ho deciso di rimanere nella scuola e perché ho capito che i bambini avevano bisogno di persone che si prendessero cura di loro. Prima di arrivare ad Afragola sono stata anch a Giugliano: sono convinta che per combattere la dispersione è fondamentale coinvolgere i ragazzi i bambini e le famiglie”.
“I ragazzi – ha continuato Mugione – devono sentirsi protagonisti di un percorso, per questo noi abbiamo attivato tutta una serie di progetti. Ovviamente costituendo un gruppo di lavoro composta da docenti, ma anche dal Dsga e dai collaboratori scolastici: però, se noi lo caliamo dall’alto, il progetto non viene recepito; invece se gli studenti vengono coinvolti, se diventano gli attori principali, facendo anche monitorare loro i risultati, allestendo un peer to peer un po’ rudimentale, il discorso cambia”.
Ad Afragola l’Istituto Comprensivo “Carlo Alberto Dalla Chiesa” ha cercato di recuperare 200 alunni dispersi: “assieme ad uno psicologo, ai servizi sociali e a un pedagogista abbiamo fatto un ri-orientamento per capire cosa volevano dalla vita. Ne abbiamo recuperati 40 facendogli frequentare un corso da operatore informatico e 20, tutte ragazze, per fare lezioni da estetista: non è stato facile, soprattutto all’inizio, perché erano ragazzi non scolarizzati. Accanto a loro però abbiamo messo docenti esperti, dei tecnici, e un po’ alla volta gli insegnanti delle discipline di base, come matematica, italiano, inglese, chimica. In questo modo abbiamo creato le basi perché si appassionassero a quello che facevano”.
“Il problema – sostiene ancora la preside campana – è che in certi territori, come quello di Caivano e di Afragola, prima e dopo la scuola non c’è praticamente nulla in questi: servirebbe l’intervento di tutte le forze sociali e del terzo settore, anche dello Stato, del Governo che dovrebbe prendersi carico del problema, altrimenti tra dieci anni sarà il problema sarà probabilmente peggiorato”.
Ecco perchè è importante “un intervento integrato tra le diverse forze del territorio, in modo tale che quello che noi facciamo a scuola non venga disperso ma possa essere invece accolto in altre strutture, sempre coinvolgendo le famiglie. Perché – conclude la preside ribadendo il concetto – molte famiglie degli alunni non hanno capacità genitoriale, quindi dobbiamo guidarli”.
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