Sembra una sentenza senza appello, ma leggendo bene tra le sue righe si possono individuare delle incognite ancora non risolte. Infatti, nella parte finale della sentenza si dice testualmente: “Quanto all’ulteriore censura di violazione dell’art. 97 Cost. ed in particolare del principio dell’anonimato in quanto le buste piccole nelle quali doveva essere riposto il cartoncino con il nome ed il cognome del candidato erano trasparenti come rilevato da una sentenza del Tar Lombardia, sezione IV, 18 luglio 2012, n. 2035, censura proposta col quarto atto di motivi aggiunti, non può allo stato essere accolta, sia perché al contrario che nel ricorso in quella sede proposto e delibato, i ricorrenti non producono le buste che consentirebbero, come effettuato da quel giudice di constatare de visu quanto dagli stessi sostenuto, sia perché allo stato la sentenza è ancora sub iudice avendo il Consiglio di Stato predisposto una verificazione al riguardo, come sopra accennato”.
Quindi il pallino torna in mano al Consiglio di Stato che il 22 marzo 2013 dovrà valutare l’esito della perizia affidata al Prof. Teodoro Valente, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Chimica Materiali Ambiente dell’Università degli studi di Roma “la Sapienza”.
Si ricorda che la consulenza tecnica di ufficio dovrà accertare, mediante un’indagine tecnica sulla composizione e sulle caratteristiche materiali delle buste, la loro natura e consistenza e verificare se e con quali modalità siano leggibili i nominativi dei canditati posti all’interno delle buste.
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