Nell’ordinanza i giudici hanno scritto: “A prescindere dai profili relativi alla legittimazione attiva appare configurabile la natura politica degli atti impugnati e dunque la loro conseguente insindacabilità da parte del giudice amministrativo”.
L’iniziativa del Codacons era partita per contrastare “lo spreco di soldi pubblici insito nella dotazione di cacciabombardieri da parte dell’Italia, ma anche la mancata rispondenza del programma all’interesse pubblico, e l’assenza di sostenibilità e proporzionalità rispetto alle disponibilità di denaro pubblico, in un periodo di pesante crisi economica per il nostro Paese e di spending review generalizzata”.
Ma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, è andato ancora più a fondo: “Certo è che ha pesato l’assenza dei partiti a sostegno del nostro ricorso. Soprattutto di quelli come il M5S che grida sempre allo scandalo ma poi non si presenta a difendere i cittadini. Nel merito della decisione del Tar, è assurdo ritenere ‘politici’ gli atti relativi alla questione degli aerei da comprare. Presenteremo appello al Consiglio di Stato”.
E insieme alla bocciatura del ricorso, viene pure bocciata la lieve speranza che parte di quei soldi risparmiati da un cotanto acquisto potessero servire per l’edilizia scolastica, l’assunzione di tanti precari, l’aggiornamento dei docenti, l’acquisto di nuove tecnologie, la messa a norma di edifici, borse di studio, arredi, insegnanti di sostegno, e poi ancora e ancora…
Ma è la politica con la ragion di Stato insieme agli equilibri di potere.